9 novembre 2015
Il Papa sui corvi: «Rubare documenti è un reato» • L’imam egiziano che ha fatto esplodere il jet nel Sinai • Salvini nella piazza di Bologna • Suu Kyi verso il trionfo in Birmania • Il killer diciottenne di Ancona aveva tre caricatori • L’undicenne anoressica che s’è buttata dal balcone
Corvi Dopo l’Angelus Francesco interviene in modo esplicito sul caso Vatileaks, davanti ai fedeli di piazza San Pietro e al mondo intero: «Cari fratelli e sorelle, so che molti di voi sono stati turbati dalle notizie circolate nei giorni scorsi a proposito di documenti riservati della Santa Sede che sono stati sottratti e pubblicati. Vorrei dirvi anzitutto che rubare quei documenti è un reato. Io stesso avevo chiesto di fare quello studio, e quei documenti io e i miei collaboratori già li conoscevamo bene». Sono passati più di due anni e nel frattempo «sono state prese delle misure che hanno incominciato a dare dei frutti, anche alcuni visibili. Voglio assicurarvi che questo triste fatto non mi distoglie certamente dal lavoro di riforma che stiamo portando avanti con i miei collaboratori e il sostegno di tutti voi. Sì, con il sostegno di tutta la Chiesa, perché la Chiesa si rinnova con la preghiera e con la santità quotidiana di ogni battezzato» (G. G. V., Cds)
Jet I servizi segreti britannici sospettano che dietro all’esplosione dell’Airbus russo, in cui sono morte 224 persone, ci sia Abu Osama al-Masri, leader delle cellule dell’Isis nel Sinai. Sarebbe sua, infatti, la voce che ha rivendicato la bomba ed è stata intercettata dagli 007. Imam egiziano laureato in studi islamici, al-Masri si è imposto nel 2013 come leader attraverso la spietata eliminazione dei concorrenti e ha aderito all’Isis nel 2014 dopo aver incontrato al-Baghdadi. Intanto, arriva la prima ammissione egiziana: «Al 90% è stato un attentato» (Molinari, Sta).
Salvini Ieri Matteo Salvini ha riempito piazza Maggiore, nel cuore della Bologna ex rossa. Con lui c’era Silvio Berlusconi, fischiato dalla folla (circa 25 mila persone) mentre raccontava per l’ennesima volta la storia d’Italia e sua personale. Sul palco Salvini attacca Matteo Renzi e Angelino Alfano, definito «inutile e incapace», invoca la ruspa anche sui centri sociali «dopo averla passata sui campi nomadi», definisce lo Stato che non concede la legittima difesa integrale «ladro e infame», lo accusa di «dare 1200 euro al mese al primo bru bru che arriva e che non scappa da nessuna guerra», e strilla «Viva pane e salame!» come legittima difesa alimentare contro Bruxelles che vuol pure obbligare gli italiani a mangiare cavallette. Poi i toni più pacati: «Questa non è la piazza del rancore, perché io non odio nessuno»; «Apriamo i cuori, apriamo le menti»; «Non mi interessa il filo spinato»; «Nel rispetto delle regole, noi siamo per l’accoglienza». Salvini non vuole più essere solo il capo dell’opposizione. Spera di diventare il capo del governo: «Non sono qui per partecipare, ma per vincere», poiché la ruspa «prima abbatte e poi ricostruisce» (Mattioli, Sta). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]
Birmania I primi risultati ufficiali arriveranno oggi. Ma già ieri sera era chiaro che la «Lega nazionale per la democrazia» (Nld) di Aung San Suu Kyi è avviata a un trionfo nelle prime vere elezioni birmane dal 1990. A spoglio ultimato, in decine di collegi il partito della «Signora» ha staccato con divari netti - fino a dieci volte il numero dei voti - l’Usdp del presidente Thein Sein. Alcuni exit poll danno a Suu Kyi oltre il 90 per cento. «La Signora» ha votato a Rangoon di prima mattina: è stato il suo primo voto al seggio di sempre, dato che nel 1990 era già agli arresti domiciliari. Non ha parlato a seggi chiusi; evidentemente aspetta che il preannunciato trionfo sia confermato dai primi risultati ufficiali. Venticinque anni fa, d’altronde, la sua vittoria non fu mai onorata dai militari, e seguirono altri due decenni di dittatura (Ursic, Sta).
Delitto 1 Antonio Tagliata, 18 anni, che ha ammesso di aver sparato prima alla madre della sua fidanzatina sedicenne, uccidendola sul colpo, e poi al padre, riducendolo in fin di vita (vedi Fior da fiore di ieri), è arrivato nell’appartamento al terzo piano di via Crivelli, ad Ancona, con un pistola calibro 9, un caricatore con 15 colpi inserito, altri due pronti e ancora proiettili nelle tasche. Sabato è andato a prendere la sua ragazza all’uscita della scuola. Sono arrivati insieme, lei ha aperto con le chiavi. Si sono trovati di fronte: da un lato i genitori, dall’altro i due innamorati. «Abbiamo discusso per un quarto d’ora», ha raccontato la ragazzina assistita dall’avvocato Paolo Sfrappini. Poi tutto è precipitato. Lei ha visto Antonio tirare fuori la pistola, «non pensavo che l’avrebbe usata. Ero impietrita». Il fidanzato, difeso dall’avvocato Luca Bartolini, ha ammesso di aver sparato, «ma per difendermi, poi non ricordo più nulla». E ha aggiunto: «Ero armato perché ero convinto di morire io». Invece è morta Roberta Pierini, 49 anni, colpita prima al braccio e poi con un colpo ravvicinato alla testa. Fabio Giacconi ha lanciato delle sedie contro l’assassino, è scappato verso il terrazzo ma è stato fermato da almeno 4 colpi, due alla nuca altrettanti al tronco. A questo punto i ragazzi sono scappati a piedi. «Vieni, a te non succede niente» le ha detto Antonio e lei lo ha seguito. Lungo la strada lui si è liberato del cellulare e ha gettato in un cassonetto la pistola, ritrovata ieri mattina dai carabinieri. Poi hanno preso un autobus e sono arrivati alla stazione di Falconara Marittima, lontana dieci chilometri. Carlo Tagliata, padre di Antonio: «Il padre, il maresciallo, è venuto anche sotto casa nostra a minacciare Antonio. Mio figlio ha tentato due volte il suicidio, anche la sua fidanzata lo ha fatto, lei lo ha plagiato. Quando ho saputo che erano scappati ho temuto questo, pensavo di non vederli più» (Bruno, Cds).
Delitto 2 La sedicenne, «chiusa, silenziosa, taciturna», negli ultimi tempi è ingrassata di quindici chili e da quando i genitori le impedivano di vedersi con Tagliata, conosciuto quattro mesi fa, soffriva di attacchi di panico. Ai giudici non fa che chiedere del fidanzato: «Dov’è Antonio? Quando esco di qui potrò vederlo?».
Suicidio Anna, 11 anni. Torinese, figlia di un’insegnante e di un medico, iscritta alla prima media, brava a scuola, carina, biondina, bellissimi occhi chiari, chiusa e riservata, da tempo malata di anoressia, l’anno scorso era stata ricoverata per tre mesi in ospedale. L’altra sera la mamma provò a farle mangiare qualcosa, lei disse di no, andò in balcone, e si buttò di sotto. Volo di tre piani. Alle 19.30 di domenica 8 novembre l terzo piano del condominio in pieno centro a Torino (Laugeri)