Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  novembre 08 Domenica calendario

Se Marquez corresse per vincere...

DAL NOSTRO INVIATO
VALENCIA C’è stato un attimo durante le prove del pomeriggio in cui Marquez ha sorpassato Lorenzo di prepotenza. E se succedesse anche oggi? «Se potrò farlo ci proverò, come in Australia…», assicura Marc con indecifrabile ghigno. Non è un particolare da niente. Perché se c’è una possibilità che Lorenzo possa fare almeno terzo – il risultato minimo che Valentino si augura per riuscire a non dilapidare tutti quei 7 punti cui si aggrappa come un naufrago – questa dipende dal comportamento delle Honda di Marquez e di Pedrosa.
Loro per andare forte vanno forte, ma quanto davvero? «Possono combattere per la vittoria», analizza Rossi. E non è solo speranza. In pista le ha viste, le ha annusate, le ha studiate e ha concluso che le Arancioni potrebbero essere le impreviste alleate per il gran colpo. Ovviamente, non è il caso di chiedere loro aiuto. Quelle sono battute a cui il Nostro risponde a denti stretti: «Sì, sicuramente...». C’è solo da sperare che facciano il loro lavoro senza ombre. E, a sentire Marquez, questo avverrà: «Jorge non è lontano. L’importante è che non vada in fuga. Proverò a stargli davanti per frenarlo, poi quando la gomma si usurerà allora ci proverò». Per sé o per espiare qualcosa? «Io faccio solo la mia gara».
Sulla rimonta rapida di Rossi nessuno qui nutre dubbi. «Quando una MotoGp sta dietro una Open, manco hai tempo per vederla. Lei passa e se n’è andata», spiega Toni Elias, che scatterà in ottava fila. La corsa vera si giocherà più avanti, quando il gruppo sarà sgranato e le gomme cominceranno a usurarsi. I giri sono tanti, trenta, la pista è corta, le curve molte. Qualche incognita esiste. E una, va da sé, è la tenuta psicologica di Lorenzo. Lui anche ieri ha fatto il duro, anzitutto coi fatti, agganciando la prima pole della vita su una pista mai amata. Poi con le parole: «L’esperienza aiuta a gestire la pressione. Da giovane ho commesso errori perché non ne sono stato capace. Ma adesso...». Fischietta al buio nel bosco per esorcizzare la paura o è davvero in controllo? La chiave del Mondiale sta tutta qui: se Jorge regge, per Vale sarà durissima. E Jorge lo sa: «Sento la tensione, ovvio. E mi sa che un sonnifero per dormire meglio me lo prenderò. Ma è tutto normale».
Sia Lorenzo che Marquez sostengono che Rossi può ancora vincere il Mondiale, ma potrebbero dire altrimenti? Una cosa forte la dice invece PorFuera a chi gli domanda se non sente la mancanza di un Rossi nelle prime file. «Se parte ultimo è perché c’è stata una sentenza. Forse a volte la vita può sembrare ingiusta, ma le decisioni vanno accettate». Nessun avvicinamento tra i nemici, insomma, e ci mancherebbe. Una distanza che si rispecchia anche nell’indice di gradimento della gente. Nel paddock, dove per ora regna l’armonia, la maggioranza cerca sempre il box di Rossi. E la sua conferenza nell’hospitality Yamaha è l’unica che si apre e si chiude con un battimani. Sarà anche claque, ma pure questo fa la differenza. Valentino, sentito il clap clap, ha scherzato: «Questo applauso mi preoccupa...». Gli applausi che sogna sono quelli di oggi alle tre. E non alla carriera.