Corriere della Sera, 8 novembre 2015
La difesa di Mario Benotti
Milano «Questa non è una vicenda personale, è una vicenda assurda. Chiunque mi conosce sa che sono la persona più distante anche solo dall’idea di una cospirazione nei confronti del Papa».
Mario Benotti, capo segreteria particolare del Sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi, consulente del sindaco di Firenze Dario Nardella per i rapporti con le confessioni per il dialogo interreligioso, è appena rientrato a Milano dopo un viaggio di lavoro in Messico. Ha scoperto dalla stampa, durante lo scalo all’aeroporto di Amsterdam, del suo coinvolgimento nelle indagini sui corvi del Vaticano che lo vedono indagato a Terni (atti trasmessi a Roma) con Francesca Chaouqui e il marito Corrado Laurino.
Si parla dei reati di estorsione e violazione informatica in relazione ad una fuga di documenti dal Vaticano.
«Ho letto quello che hanno pubblicato i giornali. Nessuno mi ha mandato un avviso di garanzia. Con il mio avvocato chiederemo di essere ascoltati dal procuratore di Roma e dalla Gendarmeria pontificia».
Nel frattempo lei si è autosospeso da entrambi gli incarichi.
«Non voglio che il governo venga coinvolto da questa vicenda. Mi sono autosospeso per rispetto verso le istituzioni. Sono certo che questa vicenda si chiuderà presto».
Ne è sicuro?
«Certamente. Chi mi conosce sa che sono la persona più distante dal poter anche solo immaginare un complotto nei confronti di qualcuno. Figuriamoci nei confronti della Chiesa e del Papa».
Al centro delle indagini ci sono i suoi rapporti con Francesca Chaouqui e il marito.
«Mi era stata presentata diversi anni fa quando lavorava da Ernst & Young. Poi ha avuto un incarico alla Commissione referente per lo studio dei problemi economici e amministrativi. Ci siamo parlati quando, ad esempio, ha collaborato all’organizzazione di alcuni eventi per il Pontificio consiglio della famiglia. Ecco, in occasioni come quelle, la potevo sentire con più frequenza. Anche se non la vedo da diversi mesi».
Oggi dalle cronache e dalle accuse delle autorità vaticane emerge un ritratto controverso di Francesca Chaouqui.
«Io posso solo dire che era stata nominata dal Papa, e più in alto di così, francamente... Ma non abbiamo mai parlato del suo incarico nella Commissione. So solo che era un ruolo che le assorbiva molto tempo».
E con il marito?
«Me lo presentò in un’occasione. Ma che sappia io non ha mai frequentato quegli ambienti, credo che si occupasse di tutt’altro».
Lei, docente alla Sapienza e alla Temple University di Philadelphia, e collaboratore dell’Osservatore Romano, ha sempre avuto rapporti con gli ambienti della Curia romana.
«Con alcuni sacerdoti, con alcuni monsignori e vescovi. Ma rapporti personali. Tutte cose che non hanno nessuna attinenza con il mio incarico a Palazzo Chigi. Anzi, appena sono stato nominato mi sono preoccupato di tenere ancora più distinti i due ruoli».
Quali ruoli?
«Un conto sono l’amicizia e i rapporti personali, un altro i rapporti istituzionali. Ma questo lo facevo anche prima, quando ero a Rai International e mi occupavo di tutt’altro».
Nel suo incarico al Governo non c’è mai stata occasione per mantenere rapporti con la Santa Sede?
«Io mi occupavo di questioni di carattere europeo. Il Governo e il Vaticano hanno i loro interlocutori istituzionali. Non c’è bisogno di me. E posso dirla una cosa?»
Certamente.
«Non ho mai ricevuto nessun tipo di pressione o richieste dagli ambienti vaticani. Questo deve essere chiaro».
E il suo legame con monsignor Vincenzo Paglia? Chaouqui si era proposta per aiutarlo a risanare i conti della Curia.
«Con monsignor Paglia ho una lunga amicizia. Ma non so niente di queste vicende».
Che impressione le ha fatto leggere queste accuse?
«Sono rimasto sorpreso e ho provato una profonda amarezza nell’apprendere queste notizie che mi vedono ingiustamente partecipe ad una triste vicenda di cui, ripeto, sono totalmente estraneo». Il suo legale, l’avvocato Pierluigi Mancuso, ha rappresentato di aver ricevuto un incarico per tutelare l’onore e il buon nome del professor Benotti rispetto alle «gravissime notizie che lo vogliono ingiustamente partecipe alla vicenda Vatileaks».