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 2015  novembre 07 Sabato calendario

Due arresti per l’omicidio di Sciannimanico

BARI Era terrorizzato dalla possibilità di perdere il lavoro. E il business del mercato immobiliare del quartiere. Una paura che ha alimentato un odio nei confronti di un suo collega più giovane e che l’avrebbe portato a premeditare e realizzare il suo omicidio. Avvalendosi della complicità di un pregiudicato.
A queste conclusioni sono giunti i poliziotti della squadra mobile di Bari, diretti da Luigi Rinella, che in poco più di dieci giorni hanno risolto l’omicidio di Giuseppe Sciannimanico, 28 anni, agente immobiliare in carriera. È stato assassinato a colpi di pistola il 26 ottobre scorso nel quartiere Japigia.
Due persone sono state fermate con l’accusa di concorso in omicidio volontario e premeditato: si tratta di Roberto Perilli, 47 anni, ex titolare di un’agenzia immobiliare (ora lavorava in proprio) e Luigi Di Gioia, 51 anni, con vecchi precedenti penali per contrabbando. Sono ritenuti rispettivamente il mandante e l’esecutore materiale dell’omicidio.
Le indagini – rivela il decreto di fermo firmato dal sostituto procuratore Francesco Bretone – partono da alcune telefonate misteriose fatte da Di Gioia all’agenzia Tecnocasa dove la vittima si appoggiava in attesa che fossero completati i lavori della nuova filiale che lui stesso avrebbe diretto a pochi metri da quella di Perilli.
Di Gioia avrebbe utilizzato un nome falso per fissare un appuntamento con un agente per la valutazione di un immobile in via Tenente De Liguori, la strada dell’omicidio, sapendo che dall’agenzia avrebbe mandato Sciannimanico. Il primo incontro va a vuoto. Poi c’è il secondo, quello mortale del 26 ottobre. La vittima valuta la possibilità di non presentarsi. Prima di andare manda un messaggio al cellulare di Di Gioia per chiedere conferma, ma non riceve riposta. Il 28enne decide di andare all’appuntamento pur sapendo che forse quel cliente, come era accaduto nella precedente occasione, non si sarebbe presentato. Invece i due a bordo di una Bmw nera cabrio sono lì ad aspettarlo.
A incastrarli le telecamere di sorveglianza e le celle telefoniche nella zona dove si è consumato il delitto.