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 2015  novembre 06 Venerdì calendario

Sgominata la banda dell’Alberone, tra le più temute della Capitale. Sei gli arrestati, tra cui Giulio Tombini detto "Er Lupo", specializzato in rapine a mano armata, e Vittorio Di Gangi detto "Er Nasca", re dei cravattari

Era una delle più temute batterie criminali della Capitale, quella sgominata dalla squadra mobile con l’arresto di sei persone. Solo negli ultimi otto mesi, la banda di rapinatori dell’Alberone, aveva messo a segno numerosi colpi contro banche e uffici postali di tutta la città e non solo. A capo dell’organizzazione per gli investigatori c’era Giulio Tombini, detto “Er Lupo”, pluripregiudicato di 57 anni e originario di Tarquinia, considerato nella malavita romana uno degli specialisti nell’assalto ai furgoni portavalori e nelle rapine a mano armata. L’indagine parte proprio da lui. È attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali con gli altri componenti della banda che gli agenti della squadra mobile, diretti da Luigi Silipo, hanno ricostruito tutti i movimenti della batteria criminale e sventato i colpi che avevano intenzione di mettere a segno. Come il tentativo di rapina aggravata al Monte dei Paschi di Siena a Firenze, dove la banda era andata in “trasferta”.
I piani erano studiati nei minimi dettagli e attraverso ruoli specifici assegnati ai banditi da quello che era il “regista” delle operazioni: “Er Lupo”. Tombini, che all’epoca dei fatti era agli arresti domiciliari, aveva però il permesso di allontanarsi per andare a lavoro presso la Cooperativa Edera s.r.l. di Mostacciano. È qui che riceveva quotidianamente gli altri componenti della banda: Marco Mannozzi 44 anni, Antonio Bendiato 52 anni, Luigi Orofino 66 anni e Massimo Da Rold di 48, insieme ad altri pregiudicati. A loro “Lupo” dava disposizioni e voleva il resoconto dettagliato dei sopralluoghi che effettuavano.
I COMPITI Ognuno di loro aveva dei ruoli specifici. Bendiato, aiutato da Da Rold, studiava come varcare le porte delle agenzie di credito e le vie di fuga. Dei sopralluoghi se ne occupavano Marco Mannozzi e Luigi Orofino, noto tra gli “sciampagnoni”, per le rapine in strada a chi ha appena prelevato denaro contante in banca. Tra gli arrestati c’è anche Vittorio Di Gangi di 63 anni, noto nella malavita romana come “Er Nasca”. Per lui il giudice ha disposto gli arresti domiciliari. Un curriculum criminale di tutto rispetto, il suo, segnato da un’escalation di reati che parte dal 1974 e va dall’associazione a delinquere, all’omicidio, dal traffico e spaccio di droga all’usura ed estorsione. Secondo gli investigatori “Er Nasca”, lo scorso luglio, avrebbe dato mandato, pagando 4 mila euro, a Tombini, Bendiato e Mannozzi, di incendiare un tendone del campo da tennis di un centro sportivo di Ardea. Per gli altri cinque si sono aperte le porte del carcere di Regina Coeli.