il venerdì, 6 novembre 2015
Il centro meteorologico del Piemonte è quello che ci azzecca di più
Con ombrello o senza? Quella di prevedere che tempo farà è un’arte che pratichiamo ogni mattina, scrutando il cielo prima di uscire di casa. Per i centri meteorologici cui si affida in ogni regione la Protezione civile è invece questione di vita o di morte. Sono loro a far emettere le famose «allerte», con cui i Comuni decidono se invitare i cittadini a tapparsi in casa.
Tra questi centri, ce ne è uno più affidabile degli altri. Quello del Piemonte.
«Abbiamo studiato i dati delle allerte emesse tra il 2008 e il 2014, e il Piemonte, insieme alla provincia di Trento è in cima alla classifica con percentuali di previsioni corrette intorno all’80 per cento. Seguono Valle d’Aosta e Liguria» spiega il professor Luca Ferraris, vicepresidente della Fondazione Cima, Centro internazionale di monitoraggio ambientale che ha la Protezione civile tra gli enti fondatori. «La particolarità di queste regioni del Nord è che, per essere così virtuose, rischiano sempre molto, e infatti hanno percentuali leggermente più alte di quelle del Sud quanto ad allerte mancate, che sono intorno al 3-4 per cento. Al Sud registriamo maggiore precauzionismo. Il settore è sotto stress, in questi anni si sono aperti oltre 50 procedimenti penali verso il sistema di protezione civile e sono arrivate condanne a Samo e in Valle d’Aosta. È un mondo incerto, probabilistico, ma la società chiede un sì o un no agli operatori».
Meteorologi stressati? A parlare con Renata Pelosini non si direbbe. Milanese di 50 anni, laureata in Fisica, è la responsabile dell’Arpa Piemonte. Dunque, dati alla mano, la migliore meteorologa d’Italia. «Siamo noi a dare dal 2002 il bollettino di allerta al Piemonte, oltre alle previsioni per i siti della regione e dei parchi» ci spiega da Torino. Il Tg3 locale, invece, si affida all’Aeronautica militare, che però «ha una visione più nazionale e meno verificata». L’Arpa Piemonte, con un team di 13 meteorologi, vanta «circa 400 stazioni,3 radar, un sistema di radio- sondaggio, per non parlare del feedback continuo degli utenti. Autostrade e Aeroporti inclusi».
E lei vive sotto stress per il rischio di una denuncia? «È aumentata la tendenza alla ricerca del colpevole, ma noi seguiamo delle procedure e teniamo traccia dei nostri ragionamenti». Davanti al proliferare di siti e sitarelli, al linguaggio non sempre scientifico delle “sexy meteorine” televisive, ogni tanto si mette le mani nei capelli: «Soprattutto per quei siti che fanno previsioni al minuto, quartiere per quartiere. Rispondono solo al bisogno della popolazione di essere confortata».
Un meteorologo in famiglia fa comodo? «Le mie figlie mi chiedono: oggi piove, mamma? Ma io spesso non so rispondere. Il mio consiglio è di non guardare troppo il meteo, di non farsi condizionare la vita». E che inverno sarà? «Probabilmente caldo e un po’ più piovoso della norma. Io però spero sia nevoso».