il venerdì, 6 novembre 2015
Moglie a tredici anni, madre di due figli a 15, campionessa di wrestling a 21. La storia a lieto fine di Neetu Sarkar
Sab kuch milega, tutto è possibile: è un modo di dire hindi, uno dei più amati dagli indiani. Forse perché, più che un motto, è un approccio alla vita. Lo stesso che sembra aver animato la giovane vita di Neetu Sarkar, ex sposa bambina che pugno dopo pugno ha letteralmente steso i pregiudizi della sua cultura tradizionale, fino a diventare l’astro femminile del wrestling indiano.
Quest’anno ha rappresentato l’India ai Campionati mondiali giovanili. E vinto l’argento in quello nazionale.
Eppure, fino a pochi anni fa, il canovaccio della sua biografia era tristemente identico a quello di milioni di ragazze indiane. Famiglia di umili origini, così povera da essere costretta a dare la figlia adolescente in sposa. Moglie a 13 anni di un uomo di 43 (e mentalmente disabile): Neetu resiste poco meno di una settimana. Scappa e torna dai genitori. Che però non accettano lo sgarbo ribelle e in breve la ridanno in sposa a un altro uomo. All’età di 15 anni è già madre di due bambini. Così anche lei contribuisce ad alimentare le penose statistiche sulla condizione femminile dell’India. Paese dove i matrimoni di minori sono proibiti già dal 1929, ma nel quale le nonne della tradizione non si la sciano piegare facilmente dalle leggi dello Stato. Sicché il 47 per cento delle ragazze è moglie prima di essere maggiorenne. E chi nasce nell’India rurale come Neetu ha più probabilità di vedersi imporre questo destino, come nota anche il rapporto 2014 del Fondo per l’Infanzia dell’Onu.
Ma le statistiche hanno il vizio della semplificazione, non possono tenere sempre conto delle sfumature nel loro campione. Come il fatto, per esempio, che la giovane Neetu ha un marito che ha sempre sostenuto la sua passione per il wrestling. L’ha fatto anche quando gli anziani del villaggio, nello Stato settentrionale dell’Haryana, le hanno proibito di frequentare la palestra locale, dove andavano solo uomini. Lui allora nel 2011 le ha permesso di andare ad allenarsi nella città di Rohtak: 90 minuti di autobus ogni giorno per essere sul ring dalle 5.30 alle 9 di mattina. Il lavoro duro però inizia quando rincasa: la cura dei figli, ma anche dei campi. Ara i campi e fa lavori di sartoria, la wrestler che oggi ha 21 anni. E che nel frattempo, finita sulle pagine dei giornali nazionali, è diventata la mascotte dei compaesani che l’avevano ostracizzata. «Le persone che mi parlavano alle spalle oggi mi chiedono di insegnare il wrestling alle loro figlie» ha raccontato all’Hindustan Times. «Crescile come te, mi dicono».