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 2015  novembre 06 Venerdì calendario

Il ritorno di “Moby-Dick” con una «ritraduzione che avviene per l’originale e contro le sue traduzioni esistenti»

Chiamatemi capolavoro. Torna la balena bianca, terribile e meravigliosa. E si veste per noi d’una copertina sinuosamente raffinata. Einaudi propone il Moby-Dick di Herman Melville – con l’ineccepibile sigillo, in quarta, di Antoine Berman: «La ritraduzione avviene per l’originale e contro le sue traduzioni esistenti. È in questo spazio che in genere la traduzione ha prodotto i suoi capolavori». A riprova di ciò l’incredibile resa di Ottavio Fatica sul romanzo che, per potenza, più si avvicina al mito. E un capolavoro è anche la copertina: il cetaceo emerge imperioso dall’acqua, sbuffando come un respiro di fuoco, e si staglia su un cielo stellato (la ritroviamo anche in un’edizione Feltrinelli di qualche anno fa). È opera del grande Rockwell Kent, pittore americano celebre per le illustrazioni di molti classici, dal Faust al Decameron. Fu proprio Moby-Dick a renderlo famoso: l’edizione che illustrò nel 1930 per Random House (295 incantati disegni) rimane un prodigio – e oggi desiderio di molti bibliofili. Una copertina che è come una pietra preziosa nell’oro del discorso elegante.