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 2015  novembre 06 Venerdì calendario

Thomas Fabius, il figlio maggiore del ministro degli Esteri francese, è un giocatore d’azzardo incallito, che ha già vinto e perso milioni sui tavoli verdi di mezzo mondo. Su di lui pende un mandato d’arresto negli Stati Uniti (avrebbe firmato assegni scoperti per oltre 3,5 milioni di dollari) e un’inchiesta per falso e riciclaggio in Francia

Il suo cognome è Fabius e al casinò di Monte Carlo questo è bastato come garanzia per concedere a Thomas, il figlio maggiore del capo della diplomazia francese, uno scoperto di un milione di euro. Ma una volta al tavolo della roulette il milione non è bastato. Il Principato di Monaco, proprietario del casinò, gli ha prestato allora 650mila euro per “rifarsi” del denaro perso e gli ha cancellato una parte del passivo. Ma la ruota della fortuna proprio non è voluta girare a suo favore. Nel 2012, mentre suo padre, Laurent Fabius, veniva nominato ministro degli Esteri, Thomas Fabius lasciava dietro di sé a Monte Carlo un debito di 2 milioni di euro. L’ultima malefatta dell’enfant terrible della famiglia Fabius con il vizio del gioco l’ha raccontata Le Parisien. Alcuni giorni fa Le Point aveva rivelato che la polizia americana non aspetta altro che accogliere Fabius junior all’aeroporto per mettergli le manette.
Gli Usa hanno emesso un mandato di arresto contro di lui accusandolo di aver firmato assegni scoperti per più di 3,5 milioni di dollari in un tour di follia ai casinò del Nevada. Anche in Francia il giovane Fabius è al centro di un’inchiesta giudiziaria per falso e riciclaggio di denaro. Da tre anni l’unità anti-riciclaggio del ministero delle Finanze indaga su di lui per movimenti sospetti sui conti correnti e per l’acquisto di un appartamento sul boulevard Saint Germain a Parigi per più di 7 milioni. Belloccio, elegante, quasi calvo come il papà, il 33nne ha trasformato la sua febbre del gioco in business. Pare che le puntate al poker e alla roulette gli abbiano fruttato finora 13 milioni.
Si racconta che quando era piccolo giocava al Monopoli con le banconote vere. Anni fa confidava a L’Express gli “aspetti positivi di essere nato figlio di…”. I casinò in tutto il mondo gli spalancano le porte anche perché quelli francesi lo hanno dichiarato da tempo persona non grata. Ora tutte queste bravate rischiano di pesare sul futuro del padre al governo. Mentre Laurent Fabius era a Vienna per il summit sulla Siria, il Front National non ha perso occasione per chiedere le dimissioni del ministro: “Non è accettabile che considerazioni personali, che possono costituire elementi di pressione – ha scritto la leader dell’ultradestra Marine Le Pen in un comunicato – perturbino l’azione del ministro portato a discutere e negoziare regolarmente con gli Stati Uniti”. Ma per ora nessuna dimissione è all’ordine del giorno. Domenica Fabius è salito su un aereo per la Cina insieme al presidente Hollande per preparare la conferenza sul clima di fine mese. Il ministro non ha mai fatto commenti sui guai giudiziari del figlio. Al Quai d’Orsay non si fiata. Ma un amico di famiglia racconta al Parisien quanto Fabius padre sia afflitto: “In pubblico sa mascherare le emozioni. Accusa il colpo, ma in silenzio”.