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 2015  novembre 05 Giovedì calendario

Come si fa ad avere tutto quello che ha James Bond. Consigli per gli acquisti

Alzi la mano chi non ha mai sognato di chiedere al barman: «Vodka Martini. Agitato, non mescolato». Perfino io, che credo di non avere mai visto per intero neanche uno dei 24 film di 007, ho ben chiari alcuni punti fondamentali della serie. Primo: che James Bond è un figo. Uno che non esce mai di casa senza le chiavi della sua Aston Martin e il suo completo Tom Ford, che è tanto gelido al tavolo da gioco quanto caldo sotto le lenzuola. Uno che combatte la criminalità internazionale con lo smoking sotto la muta da sub. Uno che ha gadget tecnologici eccezionali, molte amanti (bellissime e vestite di bianco o colori pastello), nessuna fidanzata e due sole donne a cui è fedele: la segretaria Moneypenny e la regina d’Inghilterra.
Con un profilo così, sul sito d’incontri Meetic lo cercherebbero anche gli uomini. E infatti al cinema Bond fa incassi all’altezza del suo mito. Skyfall, nel 2012, ha polverizzato ogni record della serie incassando 1 miliardo e 100 milioni dollari. Da Spectre, nelle sale dal 5 novembre, ci si aspettano cifre all’altezza. Il personaggio di Fleming non è solo un’icona del cinema, delle donne e dello stile. E anche un’icona della pubblicità, il miglior testimonial del mondo. Come il cattivissimo Goldfinger, copre d’oro ogni cosa che tocca: il dolcevita in cashmere blu che indossa Daniel Craig in Skyfall è andato talmente a ruba che N. Peal, l’azienda produttrice, non è riuscita a soddisfare tutte le richieste d’acquisto.
Non è un segreto che, dietro le colossali produzioni dei film della serie, ci siano accordi milionari con le aziende. Vedi per esempio gli orologi Omega, al polso di 007 dal 1995. Del modello di collezione indossato da Bond nei film finora venivano realizzate una o più edizioni celebrative, ma per la prima volta quest’anno l’agente segreto usa proprio l’edizione limitata, il Seamaster 300 Spectre. Lo sapevate? Craig è nato nel 1962, stesso anno del primo film della serie, Licenza di uccidere. L’attore inglese, nell’attesa della conferma del ruolo di 007, comprò in Ungheria un Omega vintage: «Se non divento Bond, questo mi ricorderà di avercela quasi fatta». Visto come funziona? Ne parliamo anche noi, grazie alle curiosità che arrivano direttamente da Omega.
Lo stesso discorso vale per la moda. Prendiamo Tom Ford: è lui che veste il James Bond di Daniel Craig, fin da Casino Royale del 2006 (Brosnan indossava Brioni). Chi, se non lo stilista americano del lusso e dell’esclusività estrema, poteva vestire oggi l’uomo più figo del mondo? Ford ha lavorato direttamente con la costumista Jany Temime per definire tutto il guardaroba, su misura, di James Bond. Gli occhiali da sole – gli Snowden, in vendita sul sito Tom Ford a 405 dollari – e la giacca da smoking avorio della locandina sono già un’icona, sia di 007 che del marchio. E in questi giorni le vetrine della boutique milanese in via Verri dello stilista sono dedicate all’agente segreto. Alcune collaborazioni hanno invece fatto storcere il naso ai fan, come quella con Heineken: 007 con la birra? Un affronto. I bene informati dicono che l’accordo valesse circa 25 milioni di euro. Ma sono solo voci, visto che nessuno, tranne i diretti interessati, ha mai letto i termini dei contratti tra produzione e aziende. La macchina di Bond è complessa. Non si tratta solo di pagare perché il personaggio indossi, mangi, beva, tocchi, usi qualcosa: «Per una produzione da centinaia di milioni la sponsorizzazione è molto più articolata di così. Il placement ha tariffe che vanno dai 15 ai 45 mila euro a scena, una goccia nell’oceano per i costi di certi film», spiega Chiara Telarucci, titolare di Pch Media, agenzia di entertainment marketing. «Poi bisogna considerare l’indotto di comunicazione che gli sponsor generano autonomamente intorno al film e che raggiunge canali diversi rispetto a quelli del cinema». Ma il product placement fa bene al cinema? «Certo», dice Gianluca Pirazzoli dell’agenzia media Pubbli Level. «Senza non si potrebbero neanche girare, i film». Conferma Chiara Telarucci: «Strumenti del genere sono necessari per trasformare il cinema in un’industria ad alto budget, come a Hollywood», aggiunge. Ma deve essere ben fatto, in armonia con le scelte artistiche e la costruzione nella storia. Certi marchi sono fondamentali per definire il contesto in cui si muovono i personaggi. Cioè: James Bond guida la Aston Martin. Quest’anno la DB10, un modello ancora non omologato per circolare in strada. E se un giorno dovessimo vederlo su una Tata, l’utilitaria indiana, allora forse avrebbe esagerato anche lui.