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 2015  novembre 06 Venerdì calendario

Com’è andata la vendita del tesoro di Craxi

Il tesoro di Bettino Craxi ha trovato casa. Dai magazzini del tribunale di Milano, dove l’eredità del politico è rimasta sepolta per quindici anni, è ora in viaggio verso i salotti, uffici e gallerie d’arte degli acquirenti di mezzo mondo che ieri hanno preso parte all’asta Bolaffi tenutasi a Torino. Le offerte sono arrivate via telefono e internet da Francia, Belgio, Svizzera, Lussemburgo e Stati Uniti. Ma i pezzi più preziosi rimarranno in Italia: sotto vincolo c’è un’intera collezione su Giuseppe Garibaldi, che presto potrebbe trovare posto in un museo. E il valore del bottino supera di molto la cifra realizzata: 271 mila euro.
Storia patria
Di alto profilo storico e culturale sono i cimeli garibaldini, acquistati in blocco per 87.500 euro da una Fondazione. Da investimento erano invece il quadro «The Wheel» di Alexander Calder preso per 93.750 euro da un gallerista torinese – «Sarei stato disposto a pagare fino a 120 mila euro: il valore dell’opera è destinato a raddoppiare. Ho già una cornice d’oro del Seicento pronta», ha commentato – e una scultura in bronzo di Depero, acquisita per 16.250 euro dalla famiglia Del Mare: «Verrà esposta a Milano, nella nostra agenzia immobiliare di via San Vito». La collezione garibaldina si compone di oltre trecento pezzi fra sculture, dipinti, documenti, medaglie e libri, molti dei quali scovati dal leader socialista al mercatino d’antiquariato dei Navigli. I pezzi più richiesti dai privati sono i quadri di Guttuso e Carnovali, detto il Piccio, e il grande busto dell’Eroe dei due mondi scolpito da Ximenes, ma il tutto sarà destinato a un museo, con divieto d’espatrio.
Nostalgici intenditori
«La maggior parte degli acquisti sono stati fatti da intenditori – commenta Filippo Bolaffi, ad della casa d’aste – ma all’incanto hanno preso parte anche alcuni craxiani, che hanno preferito puntare su oggetti poco costosi ad alto valore simbolico, come il ritratto di Pietro Nenni di Nani Tedeschi, acquistato telefonicamente per 3.750 euro da un nostalgico socialista». Ora l’invenduto potrebbe tornare all’asta a prezzo ribassato. Ogni oggetto è di proprietà dello Stato: la moglie Anna Moncini e i figli Bobo e Stefania hanno rinunciato all’eredità per non accollarsi i debiti, e al tribunale di Milano spetta l’incarico di far cassa. La maggior parte della collezione era nella casa di via Foppa ma in parte è stata rinvenuta dalla Finanza nel 1997 al porto di Livorno, stipata in 250 casse di «lana grezza» pronte a salpare per la Tunisia, dove Craxi si era rifugiato durante Mani Pulite.
Pezzi insoliti
Diretto Oltralpe è il pugnale in bronzo della Giudea regalato all’ex presidente del Consiglio dal primo ministro israeliano Shimon Peres. È stato uno dei pezzi più contesi e rivalutati: dalla base d’asta di 50 euro si è arrivati a 5.250, sborsati da un «rilanciatore» telefonico francese. Ha superato i diecimila euro la collezione di lucerne antiche: la maggior parte se le è aggiudicate il trevigiano Saverio Peron, al quale già in sala sono arrivate proposte di acquisto: «Non sono in vendita, entreranno nella mia collezione», in cui da ieri c’è anche l’Osiride in bronzo regalata a Craxi dal presidente libanese Elias Hraoui.