la Repubblica, 6 novembre 2015
La morte di Adele Cambria
Teorema.
E una vita dalla parte delle “compagne”, con la direzione di Effe,
il primo mensile femminista venduto in edicola, la fondazione del teatro La Maddalena e il trentennale sodalizio con Noi Donne.
Anche quando a teatro si occupava dei miti della classe operaia – fossero Marx o Gramsci – la Cambria privilegiava le loro compagne. E nei suoi libri prevaleva l’attenzione per le storie al femminile.
Era direttore di Lotta Continua quando il giornale pubblicò un articolo in sostegno dell’assassinio di Luigi Calabresi. Per questo venne processata. Ma lei quell’articolo non lo condivideva. E con
Lotta Continua fu un altro divorzio. Più avanti nel tempo si sarebbe avvicinata a Craxi, entrando a far parte di un organo pletorico molto chiacchierato: il circo dei “nani” e delle “ballerine”. «Cinquantacinque anni di giornalismo, non so se buono o cattivo, ma certo leale», questo il suo bilancio quasi alla fine. Un mestiere «che ti ruba la vita». Nel 2008 la decisione di aprire un blog, lasciato solo il mese scorso, a malattia avanzata. L’"adrenalina della notizia”, con cui aveva cominciato, restava sempre la più forte.