Corriere della Sera, 6 novembre 2015
Ambra e Renga si sono separati
Una vita in copertina. A celebrare i successi, a raccontare le cadute. È il rovescio della medaglia di una vita sotto i riflettori, dove il privato diventa per forza di cose pubblico, se sei un personaggio popolare. Come Ambra, diventata attrice nonostante Boncompagni (Non è la Rai), e come Renga, che del Festival di Sanremo ha le chiavi (sette volte sul palco e una vittoria). Dopo 11 anni di convivenza e due figli – Jolanda (2004) e Leonardo (2006) – il loro amore si ferma: di solito la pausa è l’anticamera della fine, ma le regole sono fatte per essere infrante.
Ambra ha scelto Io Donna (in edicola domani con il Corriere ) e la scrittrice Camilla Baresani per raccontare quello che sta succedendo tra lei e il compagno, dopo che per mesi i giornali di gossip hanno ricamato sulla loro storia, insinuando tradimenti – il cantante paparazzato con una bionda, l’ultimo episodio – e riappacificazioni: «Le foto innescano un meccanismo di occhiate, imbarazzi, frasi inespresse – racconta Ambra —. Hanno tutti la sensazione di doverti dire qualcosa, e non sanno cosa. È la parte più comica ma anche la più drammatica».
Entra nei particolari, ma rimane in superficie: «Io so quello che sanno tutti gli altri, niente di più. E c’è un risvolto paradossale, persino comico. Chi vive le vicende basandosi sui giornali, dall’esterno, sa già tutto mentre io non so niente: ha già fatto il processo e deciso chi è il colpevole, ha già pianto e affidato i figli. In realtà, è assurdo scavare nell’impossibile da sapere, come fanno i giornali. Una cosa è certa: non mi sentirete mai recriminare con frasi tipo “Per lui ho fatto qualsiasi cosa”. Sincerità vuole che dopo aver affermato di aver fatto tutto per qualcun altro, ci si chieda: ma l’ho fatto per me o per lui?». Chiarisce: «Lo abbiamo deciso insieme. Non volevamo che tutto morisse senza che nemmeno ce ne accorgessimo, a forza di fingere che non stesse succedendo niente».
Romana di nascita, bresciana d’adozione ora per libera costrizione: «Resto a Brescia. Non so se è la mia casa, ma è giusto continuare qui perché le nostre incertezze non pesino sui bambini. In questo momento devono abitare dove sono cresciuti sinora».
Una pausa, un distacco, senza rancori: «Non voglio essere rabbiosa né patetica, e vivo quello che sta succedendo come il più grande gesto d’amore che ci siamo regalati, forse il gesto più altruista che siamo stati in grado di fare dopo la nascita dei nostri figli. C’era una ferita sanguinante e io ho deciso di prendere la medicina per curarla. Magari un distacco può rimettere a posto gli equilibri».
Intorno a Ambra il destino pare divertirsi: a dicembre sarà all’Eliseo di Roma, diretta da Michele Placido in una commedia di Harold Pinter, mentre ha finito di girare un film con Luca Argentero. I titoli? Tradimenti e Al posto tuo.
L’affetto non si è appassito, l’ultima riflessione è dolente: «Però sono piena di amore per Francesco: un sentimento gigantesco nei confronti di un uomo al quale non sono più costretta a piacere. Un paio di anni fa, in un’epoca insospettabile, ho letto L’amore è tutto: è tutto ciò che so dell’amore, di Michela Marzano. Ho trovato una frase che mi ha ferito ma poi aiutato: “Se esisto solo nel riflesso del suo sguardo, cosa sono quando smette di guardarmi?”. Mi corrispondeva, purtroppo. È ora che io esista al di là dello sguardo di un uomo».