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 2015  novembre 05 Giovedì calendario

Per la prima volta da molti anni le vendite di diamanti sono in calo

Un diamante sarà anche per sempre, ma non è detto che a essere eterna sia la crescita economica del settore. Tant’è vero che, per la prima volta da diversi anni a questa parte, si registra un segno meno nelle vendite. Queste ultime erano balzate nel 2014 al record di 80 miliardi di dollari (73,7 mld euro) a livello mondiale e gli operatori si aspettavano una crescita annua del giro d’affari nell’ordine del 10% fino al 2017.
Invece è arrivata la classica doccia fredda. A sparigliare le carte è stata la decisione, presa dagli 83 tagliatori di diamanti che sono clienti consolidati del colosso De Beers, di rifiutare l’acquisto del 40% dell’offerta di pietre che era stata loro proposta. E la prossima sessione di vendita, secondo gli addetti ai lavori, resterà debole.
La prime avvisaglie si erano viste in agosto, quando De Beers aveva abbassato i prezzi dell’8% dopo il taglio produttivo del 27% avvenuto nel terzo trimestre. Sono state riviste all’ingiù le stime di consegne per l’intero anno da 30-32 milioni di carati a 29 milioni. Il presidente dell’azienda sudafricana, Philippe Mellier, ha ammesso che si era peccato di ottimismo, mentre occorre essere più ragionevoli.
A provocare lo scossone è stato innanzitutto il rallentamento della Cina, secondo mercato del pianeta dietro gli Stati Uniti. Ciò è avvenuto in seguito alla crisi di borsa, alle misure del governo contro la corruzione e alla saturazione del mercato dei diamanti. La situazione non brilla neppure in Giappone e India, dove le vendite sono penalizzate dal cambio con il dollaro. Il buon andamento in Francia non basta a compensare il trend negativo.
A subire il contraccolpo sono soprattutto gli intermediari che, avendo in pancia stock notevoli di pietre preziose, sono costretti ad abbassare i prezzi. Decine di loro hanno dovuto chiudere l’attività perché non sono stati in grado di reggere il colpo, particolarmente in india. Inoltre la banca specializzata Antwerp Diamond ha chiuso i rubinetti a un comparto che, formato in gran parte da piccole realtà a conduzione familiare, comincia a essere protagonista di aggregazioni.
Mellier sostiene che il 2015 è un anno di transizione. E, per evitare che il mercato subisca l’inondazione di quantità considerevoli di diamanti che poi non saranno venduti, De Beers ha detto ai propri clienti di acquistare soltanto ciò di cui hanno effettivamente bisogno. La speranza è che l’anno prossimo possa verificarsi una ripartenza su basi migliori.