il Fatto Quotidiano, 5 novembre 2015
L’ultima di Severgnini (ovviamente in inglese): far ripopolare la Sardegna dagli immigrati. La prossima volta, prima di citarle a sproposito, legga meglio le tavole Istat (in banalissimo italiano)
Sul New York Times, in perfetto inglese, Beppe Severgnini ha enucleato una teoria intraducibile in italiano. Per risolvere il problema degli immigrati, he says, basta assegnare loro terre incolte in qualche peaceful Italian village, come faceva l’imperatore romano Settimio Severo (in English Septimius Severus) con i veterani di guerra, attraverso le note centuriazioni (centuriations). Destinazione ideale la Sardegna dove, he affirms, l’83 per cento delle persone vivono ancora immerse in una civiltà rupestre, in small settlements con meno di 5 mila abitanti che si stanno spopolando. Purtroppo l’ambasciatore della bellezza italiana ha letto male le tavole Istat che cita, scritte in banalissimo italiano (Italian). In Sardinia la popolazione è in crescita e vive quasi tutta attorno agli agglomerati urbani: basta andare una volta a Cagliari (in English Casteddu) anziché in Costa Smeralda to learn it. E le terre che sembrano incolte si chiamano pascoli (grazing lands) e servono ad allevare le pecore (sheep). In Sardegna ci sono 1,6 milioni di abitanti dei quali 250 mila disoccupati. Se ci fossero terre da coltivare in modo economicamente dignitoso ci avrebbero già pensato loro, senza aspettare la genialata del New York Times. Severgnini, in inglese, così lo può riferire agli americani senza errori: Sardinians are actually very poor but not yet totally idiot.