Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  novembre 05 Giovedì calendario

Il commento di Gianni Mura alla vittoria della Roma

Passata la festa, sarà bene che la Roma s’interroghi seriamente su quel che possiamo chiamare psicologia di squadra. La Roma doveva vincere per continuare a sperare e ha vinto dopo aver dominato la partita nel primo tempo, averla regalata nel secondo e aver sofferto nel finale pur essendo il Bayer in 10. Anche il Bayer è generoso o stolto: non si può difendere a 40 metri dalla porta contro attaccanti velocissimi come Salah e Gervinho. Grazie agli spazi concessi, è il festival del contropiede, il trionfo dei Beep-Beep in giallorosso cui partecipa (un gol e un assist) anche Dzeko. Non si fa in tempo a pensare che, finalmente, la Roma è pratica oltre che veloce e si cambia idea: prima Dzeko sbaglia un gol più facile di quello che ha segnato, poi Salah sbaglia per due volte l’ultimo passaggio con la difesa tedesca completamente aperta e in inferiorità numerica. In tutto il primo tempo il Bayer vede solo una volta la porta, con una giratina del Chicharito. La Roma dovrebbe chiuderlo con 4 gol, ma anche due vanno bene, o no?
No, perché si ricomincia e dopo 6’ è 2-2. Il Bayer, con una sola mossa (Bellarabi per Kiessling) cambia faccia. E la Roma,a quanto pare, ha cambiato testa e, di conseguenza, atteggiamento. È inammissibile beccare un gol dopo nemmeno un minuto. È comprensibile l’angoscia, dopo quel che era capitato all’andata, che annebbia i riflessi. Ora i tedeschi arrivano prima su tutti i palloni, e i difensori sono distratti: Maicon libera Mehmedi, bravo il portiere. Più passa il tempo più tira una brutta aria. L’Olimpico è fasciato dal silenzio. La vittoria arriva su rigore, indiscutibile, con espulsione di Toprak. Pjanic lo segna, pur non tirando benissimo, ed è bravo a rimanere freddo nella circostanza (prima e dopo, mica tanto). Sommando le occasioni, la vittoria della Roma ci sta tutta. Ci stanno meno, in prospettiva futura, i 10 gol subiti in 4 partite. Sono troppi. Il guaio è che dietro un rendimento sicuro lo offre solo Manolas. La Roma s’è salvata soprattutto grazie ai suoi recuperi, alla corsa di Nainggolan, all’abnegazione di Dzeko, alla velocità di Salah. Più fumoso Gervinho, in difficoltà Digne. Infine, come possa una squadra così autorevole e forte per 45’ ripresentarsi balbettante e incapace di fare tre passaggi di fila resta un mistero. Che la parola amnesia non basta a chiarire. E nemmeno la freddezza del tifo.