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 2015  novembre 05 Giovedì calendario

Come passano la vigilia del gran giorno Lorenzo e Valentino (e Marquez il cattivo)

Adesso è solo conto alla rovescia. Una lunga discesa verso le ore 14 di domenica, durante la quale Valentino Rossi, Jorge Lorenzo e Marc Marquez dovranno soprattutto frenare. Tenere a bada ogni scarica emotiva, le scorie prodotte dalla rabbia, i danni emanati da un sistema nervoso provatissimo. Il procedimento va compiuto in assoluta solitudine, prevede atti come riti benefici da ripetere ossessivamente. Scopo: salvaguardare una padronanza fatta di razionalità, automatismi, analisi delle concretezze emerse in pista. Uno spettacolo intimo, non visibile, che nel motorismo, assume valenze più complesse, trattandosi di uno sport estremo. È silenzio, nel covo del rumore. È quiete prima di un’iperbole ritmica spaventosa. Pace prima di una guerra mai così cruda.
La fase acuta coincide con la domenica mattina. Marquez è il primo a svegliarsi ore 7.15. Lorenzo in piedi alle 8. Valentino alle 8.15. Attorno, solo persone fidatissime. Marquez: papà Julià, il fratello Alex, il fisioterapista italiano Paolo Castelli. Lorenzo: il manager Artur Vilalta, il preparatore atletico Marc Rovira, il fisioterapista Claudio Scribano, italiano pure lui. Valentino: tre amici-collaboratori di lungo corso, Uccio Salucci, Alberto «Albi» Tebaldi, Max Montanari. Colazione: latte con cereali, fette biscottate con marmellata o miele per Marquez; pane con pomodoro e prosciutto cotto più fette biscottate con marmellata per Lorenzo; caffè e uova all’occhio di bue per Rossi, secondo le regole stabilite dal professor Angelini che dall’inizio della stagione cura la sua alimentazione.
A questo punto ciascuno segue una tabella rigida, con il warm up come riferimento obbligato. Ore 9.40-10. Le cose cambiano dopo l’ultima prova in pista. Rossi è il pilota che dedica più tempo all’analisi tecnica: trenta-quaranta minuti. Tolta la tuta, altra appendice tecnica di circa 10’, va in pit lane per assistere al via della gara di Moto3, nuovo breefing con Silvano Galbusera e Matteo Flamigni, capotecnico e telemetrista, ritorno nel motorhome, verso le 12.
Qui pranza: pasta in bianco o con pomodoro, in attesa di Leo Morelli, il fisioterapista addetto al massaggio. Marquez resta nel box l’intera mattina. Meeting tecnico, visione della gara della Moto2 (dove corre il fratello), pranzo. Pasta o riso in bianco, carne, frutta fresca. Lorenzo dedica alla riunione tecnica solo 15 minuti. Si cambia, torna nel box per un ultimo incontro con Ramon Forcada e Davide Marelli, i tecnici di fiducia, pranzo a base di pasta in bianco e pollo. Niente massaggio. Riposo.
La gara, per loro, inizia alle 13, un’ora prima del via. Marquez fa stretching, indossa mutande rosse (blu durante le prove), la tuta, ostenta naturalezza, sale sulla moto sempre da sinistra. Lorenzo arriva al box con le cuffie collegate al lettore Mp3: pop spagnolo, Eros Ramazzotti. Isolato e concentrato.
Valentino si veste per la corsa lentamente, sistema con un ordine ossessivo ogni cosa, dalle chiavi ai calzini, ascolta rock italiano. L’ordine gli serve, lo conserva mentre compie gesti meccanici. Le dita sull’orecchino, l’inchino alla moto, la tuta pizzicata sul sedere, la testa abbandonata contro la sospensione prima del via. Qui i tre piloti tornano a essere simili, diventano ragazzi esposti al rischio, alla tensione. Si somigliano: i nervi del collo tirati, il battito che aumenta.
Ma proprio qui tutto accade. L’anima ora tratta talento ed emozione. Tocca essere pronti. A fare i conti con l’altro, con le pieghe furiose e bizzarre del destino. Mentre il semaforo si accende come una miccia troppo corta.