Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  novembre 05 Giovedì calendario

Come stanno adesso Lichtsteiner e il suo cuore

MOENCHENGLADBACH
Le notti della Juve, dal tonfo di Sassuolo al pareggio sofferto in Germania, passando per il derby vinto al 93’, non sono esattamente tranquille e serene. Ma quelle che ha trascorso un mese fa Stephan Lichtsteiner sono state molto più complicate. Ma alla fine – questo è il messaggio – le prospettive possono cambiare, più o meno in fretta a seconda dei casi, ma in modo anche radicale. «Se mi è mai passato per la mente di non giocare più? Certamente, l’ho pensato prima dell’operazione al cuore, perché è sempre una cosa molto delicata – spiega lo svizzero, decisivo con il suo primo gol in Champions nel pareggio di Moenchengladbach —. Non ho passato dei momenti bellissimi, ma il sostegno della famiglia, degli amici, dei tifosi anche di quelli non juventini mi ha aiutato molto. A mio figlio maggiore, che ha quasi 5 anni, non ho spiegato niente, ma era contentissimo che passassi più tempo a casa con lui. E l’altro giorno gli ho detto che dormivo fuori due notti, perché riprendevo a giocare a calcio…».
Lichtsteiner stesso, reduce da un intervento di ablazione dopo il malore contro il Frosinone di 40 giorni fa, fino alla mattina della partita contro il Borussia non sapeva se sarebbe sceso in campo o meno. Massimiliano Allegri ha rischiato, ben sapendo che il carattere, il senso tattico e la spinta dello svizzero sulla destra gli sarebbero tornati utili. Anche perché la sua Juve ha bisogno assoluto di punti di riferimento solidi e di vecchie certezze, a parte il solito Buffon che l’ha salvata da guai ben peggiori nelle ultime due partite: «Non sono al 100 per 100, come è normale che sia, dato che ho fatto solo un paio di allenamenti con il gruppo – ammette Stephan – ma era importante non tirarsi indietro e dare una mano alla squadra che non vive il momento più brillante degli ultimi anni. Dal punto di vista del cuore invece ero tranquillissimo, perché sapevo di non rischiare nulla. Sono stato seguito da dottori bravissimi. Anche a costo di fare una brutta figura era giusto stringere i denti per dare il proprio contributo in campo. E poi io sono fatto così: se posso giocare, voglio esserci. Il gol? Era ora che mi sbloccassi anche in Champions».
In 29 partite lo svizzero non aveva ancora segnato. Nella partita in cui nessuno si aspettava che giocasse, è stato decisivo, grazie anche alle traverse colpite dal Borussia: se continuano a verificarsi certe congiunture positive, le notti della Juve potrebbero anche diventare meno agitate.