Corriere della Sera, 5 novembre 2015
L’ultimo cd di Laura Pasini (esce domani). Una donna che ama un uomo e non ha il coraggio di dichiararsi
MIAMI «Non fate paragoni con Mina». Come la signora della canzone negli anni d’oro, anche Laura Pausini ha una doppia carriera: cantante e personaggio tv. Le due professioni si incontrano all’ultimo piano di un edificio a Miami: è la casa che le ha messo a disposizione «La banda», il talent per la comunità latin Usa di cui è giudice, e qui Laura presenta «Simili», il suo nuovo album (esce domani in 60 Paesi). «Mi diverto come una pazza a fare la tv, ma il mio primo lavoro resta quello di cantante», racconta.
Arrivata all’album numero dodici, Laura ha in parte cambiato gli stereotipi del Pausini-style. «A 41 anni ho cantato di tutto. Adesso mi diverte sperimentare cose nuove con la mia voce». Non è mai stata soltanto una da ballad romantiche, ma qui ci sono due pezzi dalla matrice dance: «Io c’ero (+ amore x favore)» e «Innamorata», firmata da Jovanotti e dal sapore reggaeton. Laura addirittura rappa nel brano di Jova: «Era una parte che avevo messo nel provino con l’idea di farla fare a lui. Mi ha convinto a tenere la mia voce, dicendo che sono riuscita a entrare in questo mondo musicale».
Altro cambiamento. «Alcune amiche mi hanno detto che dopo la maternità si ha paura di sbagliare. Per me non è così, anzi, questo è il mio primo disco non autobiografico: mi sono interessata di storie». L’amore e la vita sono i temi centrali, ma è cambiato il punto di vista. «Nella porta accanto», ad esempio, racconta di vite parallele che finiranno per incontrarsi. «Mi sono ispirata alla storia che mi ha raccontato su Facebook una fan: ama un uomo, ma non si dichiara. Spero che riescano a concludere».
Ci sono però tre canzoni che arrivano dall’interno del suo mondo. «Per la musica» è suonata dai membri del suo fan club recuperati in tutto il mondo, dal Cile al Gambia. E poi c’è la famiglia. Che l’ha seguita qui a Miami e che è anche nel disco. Al babbo Fabrizio è dedicata «Lo sapevi prima tu». Dentro a «È a lei che devo l’amore» c’è la voce della piccola Paola. Che appare anche nel libretto del disco e nel video del brano (ce n’è uno per ogni canzone, tutti diretti da Leandro Emede). «Non l’avevamo mai fatta vedere ma ormai, complice il fatto che ogni Paese ha leggi diverse in materia di tutela dei minori, girano in rete dei suoi scatti. E allora abbiamo deciso di mostrarci come siamo».
Jova non è l’unica firma prestigiosa. C’è Giuliano Sangiorgi con «Sono solo nuvole». «L’ho stimolato con un sms di gelosia per il bellissimo pezzo che aveva scritto per la mia amica Malika». Biagio Antonacci regala tre brani, compreso il primo singolo «Lato destro del cuore»: «Lui rappresenta la scrittura pop-poetica dei nostri anni 60. Gli ho detto che se vuole può ritirarsi: canto io tutto quello che fa». I tre sono già invitati ai suoi concerti negli stadi della prossima estate (Milano 4 giugno, Roma 11 e Bari 18).
C’è anche la seconda professione. In Italia la conosciamo ancora poco come personaggio tv, ma oltre a «La Banda» Laura ha già fatto il giudice in due talent («The Voice» in Spagna e in Messico). Arriverà anche in Italia. Il 14 novembre su Rai1 con uno speciale per raccontare «Simili». Smentisce che sarà co-conduttrice del Festival con Carlo Conti: «Ringrazio per l’offerta ma non c’è il tempo per prepararsi. Ci sarò una sera, ma solo per cantare». Ci sarà però un programma più avanti: «A gennaio incontrerò Rai1 per parlare di contenuti: vorrei fare qualcosa che è mancato alla tv di questi 41 anni». Si dice che ci sarà la Cortellesi al suo fianco... «Paola è come una sorella e ha quell’esperienza che mi può aiutare».
Gli impegni sul piccolo schermo l’hanno portata via dall’Italia per mesi. Guarda il nostro Paese da fuori: «Sento molta rabbia. Lo vedo dai social, dalla tv e dai giornali: la gente si sfoga per piccole cose… forse dovremmo arrabbiarci per temi più seri. Però non vedo quei segnali di ripresa di cui qualcuno parla da anni…». Lei invece si arrabbia per le polemiche che la inseguono: «Una volta è per l’accappatoio che si apre; una volta è per il posto in aereo per mia figlia... Basta, non se ne può più». Ma a chi si sente simile Laura? «A Sofia Loren. Si butta nelle cose e abbiamo lo stesso desiderio: non lasciare l’Italia ma avere il coraggio di viaggiare».