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 2015  novembre 05 Giovedì calendario

I figli insultano i professori, la scuola li sospende, i genitori si ribellano alla scuola. Un’altra storia che dimostra come i papà e le mamme debbano essere tenuti lontani dalle aule

TORINO Professori messi alla berlina su WhatsApp e Instagram, come nella sit-com televisiva «Victorius», contesa tra Rai Gulp e Boing (Mediaset) e diventata una trasmissione cult per gli adolescenti. Nella scuola media statale «Mario Costa» di San Francesco al Campo (Torino), contrariamente a quanto avviene nella fiction tv, per ventidue allievi i provvedimenti disciplinari sono caduti a pioggia. Punizioni decise dal dirigente scolastico Adriana Veiluva, ma poco gradite ai genitori dei registi in erba.
A far emergere il caso, che risale a metà ottobre, è stato uno dei docenti che, accortosi di alcuni studenti che lo deridevano, ha sequestrato il telefonino che avevano tra le mani. Dal controllo dei cellulari sono emersi vari filmati e immagini corredate da commenti canzonatori dei ragazzi, proprio come nelle puntate di «Victorius». Alcune ragazzine hanno anche postato una foto scattata nello spogliatoio della palestra della scuola. Dei 22 alunni, tutti tra gli 11 e i 15 anni, otto sono stati sospesi per un giorno, mentre gli altri saranno obbligati a frequentare un corso sui comportamenti da tenere in classe. Nel frattempo sono stati informati i carabinieri, il sindaco e, soprattutto, i genitori.
Sono stati questi ultimi, però, a non gradire i provvedimenti disciplinari. Alcuni di loro contestano l’arbitrarietà del sequestro dei telefonini e, ancora di più, di visionarne i contenuti; altri si sarebbero lamentati soltanto per non essere stati avvisati prima della sospensione dei figli. «C’è stata un’assemblea e tutti sono stati avvertiti – ha ribattuto la preside —. La sospensione? Siamo convinti sia un percorso di consapevolezza e corresponsabilità educativa».