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 2015  novembre 04 Mercoledì calendario

«Adoro il denaro in tutte le sue forme, che sia finto, vero o in buoni pasto.Come mi disse mio nonno prima di morire, "Chi che no varda al soldo no val un soldo"». Intervista a Nicolò Falcone, campione del mondo di Monopoly (cioè il vecchio Monopoli senza lire e con un dado in più). «Evitate il Parco della Vittoria: è solo un’illusione»

Chissà quante volte anche voi – arroganti proprietari di Parco della Vittoria – avrete goduto contando avidamente i soldi incassati dal poveraccio di turno. E chissà quante altre volte avrete smadonnato per essere andati in prigione direttamente e (ovvio) senza passare dal via. E avete soffiato sui dadi, comprato, costruito, venduto, pagato, buttato giù. E alla fine perso perché – qualcuno prima o poi ci dovrà spiegare il motivo – a Monopoly vincevano sempre gli altri. Che rabbia. Già, e allora ecco a voi Nicolò Falcone, 31 anni, di Venezia. Lui è «gli altri» al massimo livello. Il più bravo di tutti, il fenomeno. Il campione del mondo che lo scorso 8 settembre a Macao (Cina) ha battuto tutti, francesi, spagnoli, americani, messicani, norvegesi. E che ora si racconta e racconta i segreti del gioco in scatola più amato, quello che proprio domani in Italia compie 80 anni (per l’occasione è già stato creato il Monopoly Giro del Mondo) e vanta più di un miliardo di appassionati.
Nicolò, lei a Venezia vive in un lussuoso palazzo in Viale dei Giardini o in hotel in largo Augusto?
«Ahahaha. No, queste vie non esistono, niente di tutto ciò. Anzi, sa come vengo definito io in dialetto? Un cuc, uno che abita a casa della fidanzata. Deriva dal cuculo che depone le uova nel nido altrui».
Beh, ora che è campione del mondo allora è arrivato il momento per acquistare.
«Lo dicono anche gli amici per prendermi in giro, ma solo perché secondo loro la casa attuale è troppo piccola per contenere tutto il mio ego dopo il successo».
Un po’ di soldi li avrà pur vinti…
«Ventimila dollari. Cinquemila se li è presi lo Stato, come è giusto che sia. Con i restanti 15mila a Venezia ci compri al massimo una finestra...».
Subito una curiosità, Nicolò. Lei che è un mago a Monopoly, nella vita che rapporto ha con il denaro?
«Lo adoro in tutte le sue forme, che sia finto, vero o in buoni pasto. Ma sono cambiato nel ’97, dopo quanto mi ha detto nonno prima di morire».
Cioè?
«Chi che no varda al soldo no val un soldo!, chi non sta attento ai soldi non vale un soldo».
Era spendaccione?
«Senza freni. Nel ’90 mio fratello, che aveva guadagnato un milione e mezzo per una parte nel film Fino alla fine del mondo di Wim Wenders, mi ha regalato 100 mila lire. Li ho sputtanati subito in caramelle e video».
Ops, aveva solo 6 anni! Ora come è cambiato?
«Alla laurea triennale gli amici mi hanno fatto vestire da ebreo...».
Molto tirchio?
«Diciamo che ci sto attento».
Torniamo al titolo mondiale. Sembra di capire che non le abbia cambiato la vita.
«Non economicamente. Ma a livello mediatico sì. È pazzesco l’interesse che si è creato attorno a me: stiamo parlando di un torneo, di un gioco».
E secondo lei come mai?
«Erano i giorni in cui, oltre a me, la Pennetta vinceva gli Us Open di tennis: i media raccontavano solo di noi. Per un momento ho pensato che in Italia stessero approvando le leggi razziali e avessero bisogno di distrarre i cittadini...».
Buona questa. La gente la riconosce? Cosa le chiede?
«La cosa più buffa mi è successa in passato: un amico, vista la mia abilità nel gioco, mi ha chiesto di trattare con la concessionaria per compragli l’auto! Venezia è un grande paesotto, chi mi conosce mi sbeffeggia un po’. Ma nessuna invidia. Anche perché alla fine stiamo parlando di Monopoly».
A proposito: Monopoli o Monopoly?
«La “i” normale e l’accento sulla seconda “o” sono stati voluti ai tempi del fascismo per evitare parole straniere. Ora il gioco si chiama Monopoly e al posto delle lire si utilizzano soldi particolari: i Monopoly Dollars».
Ma noi, un po’ nostalgici, torniamo indietro al vecchio Monopoli. Quello con cui anche lei ha iniziato. Quando le prime partite?
«Nel 1989, a 5 anni, contro papà Roberto e mio fratello Pietro, di 4 anni più grande. Cattivissimi. Spietati».
Addirittura?
«Sono due ingegneri! E il ritornello tormentone per me, quando non avevo più soldi e stavo perdendo, era: “Buttare giù!”. Capito? Demolire per pagare i debiti».
Scusi, perché ride?
«Dopo la vittoria del Mondiale gli avversari mi hanno chiesto di autografare il tabellone della loro scatola come ricordo. E a tutti ho scritto: “Buttare giù. Nicolò Falcone, Italy”».
Ben fatto. Torniamo agli inizi.
«A casa mia si gioca tutte le domeniche pomeriggio fino al ’95, poi qualche partita alla versione videogame sul pc nel ’97. E basta».
Ora il ritorno al primo amore.
«Qualche mese fa mi si apre improvvisamente un pop up su Facebook con scritto: “Sei forte a Monopoly?”. Clicco sì e mi ritrovo iscritto ai campionati Regionali in Friuli. Andiamo in tre amici. Alberto, ubriaco di grappa, arriva primo, io terzo».
E vi qualificate tra i duecento per le finali nazionali.
«Il week-end del 25 aprile 2015 partiamo per Milano con le morose assai contrariate. Noi partecipiamo al torneo, mentre loro fanno lo struscio. Alle 14 la mia inizia a mandarmi messaggini perché vuole tornare a Venezia, ma io vado avanti e mi qualifico per la finalissima alle 18. Che vinco».
E Alberto?
«Settimo, forse per aver sostituito la grappa con la Corona...».
Nicolò Falcone campione d’Italia di Monopoly. E poi?
«Io penso finisca lì, invece mi trovo di fronte le telecamere di Studio Aperto con una raffica di domande serie che mi lasciano esterrefatto. Tipo: “Quale è stato l’avversario più temibile?”. Il giorno dopo giornali e i siti parlano di me, roba da non crederci. Finché Fabio Volo...».
Che fa?
«Mi telefona da Radio Deejay per intervistarmi. Mi accorgo che, forse pensando alle domande successive, ad ogni risposta sembra annuire, ma non dà l’impressione di seguire bene l’argomento. Così quando racconta la mia passione per la satira e insiste per farmi improvvisare una battuta dico: “Per i prossimi Mondiali temo i giocatori di Israele perché ho visto che alle finali del loro campionato nazionale non hanno comprato Bastioni Gran Sasso, ma l’hanno occupato mettendoci una colonia”. Silenzio. Imbarazzo. E subito una pubblicità».
Beh, un po’ pesante.
«Effettivamente, ripensandoci, forse non era la battuta migliore da fare su una radio nazionale alle 9.30 del mattino. Ma io sono così, senza filtri, e mi piace questo tipo di satira».
Fermiamoci un attimo. E raccontiamo la passione per la comicità.
«Fin da giovane scrivo battute su Facebook, dove ogni anno posto un messaggio satirico di Natale. Quello del 2008 l’ho inviato a Daniele Luttazzi».
Risposta?
«Mi ha suggerito di continuare a studiare per fare l’avvocato...».
Gli ha dato retta.
«Sì, ora sono amministrativo del Comune di Venezia e mi occupo di multe: decido se sono giuste o sbagliate».
Però scrive ancora pezzi comici ed è uno dei protagonisti di “Natural Born Comedians” in onda su Comedy Central. Bella esperienza la tv? Com e mai quella smorfia?
«Un giorno, mentre ci sballottano dalle riprese a un set fotografico blocco tutti. “Io non vengo, vi raggiungo dopo”. Sguardi sorpresi. E io: “Scusate, ma devo andare in edicola a comprare Topolino: ci sono quattro pagine di intervista per il Monopoly”».
Già, rimettiamoci al via. E partiamo per M acao, campionato del M ondo, 8 settembre scorso.
«Fantastico, divertentissimo».
Struttura del torneo?
«Ventisette concorrenti. Ogni giocatore parte con un budget di 1.500 dollari (del Monopoly). Si svolgono tre turni preliminari della durata di 60 minuti ciascuno e i sedici giocatori con il punteggio più rilevante passano in semifinale. Poi la finalissima».
Nicolò, qualche nozione tecnica. Come è ora il Monopoly rispetto a quello con cui siamo cresciuti?
«Non c’è più la lira e non ci sono più i segnapunti storici in legno. Poi sono cambiati i colori delle vie, ma soprattutto ora si gioca con tre dadi».
Nooo, sta scherzando?
«Due tradizionali più lo Speedy che aggiunge 1,2, o 3 al totale degli altri due. Quindi il massimo è 15».
Conta molto la fortuna?
«Al nostro livello al 40, 50 per cento. Io in finale ho massacrato l’americano contro il quale avevo perso un’ora prima nelle qualificazioni. Mettiamola così, se tu sei fortunato e io bravo, puoi vincere. Ma non devi fare nemmeno un errore».
Quale è la strategia vincente?
«Non fare muro. È impossibile cercare di chiudere il gioco a tutti gli altri, e, se ce la fai, la partita diventerà un noioso gioco dell’oca».
Un trucco per noi principianti?
«Tenete i soldi chiusi. Niente mazzetti con le banconote ordinate per valore, ma tutte insieme mescolate. È fondamentale che l’avversario non capisca quanta disponibilità avete. E poi attenti a Parco della Vittoria».
Va preso a tutti i costi?
«Noooo, attenti perché è solo un’illusione. Si trova dopo la casella “Vai in prigione” e quindi è più difficile capitarci sopra. Inoltre costa un sacco fare costruzioni».
Lei su cosa ha puntato in finale?
«Proprietà arancioni, le vecchie marroni. Le case costano poco, ma gli affitti sono alti. Le migliori anche perché sono a sei/otto caselle dopo la prigione».
Torniamo a lei e leghiamoci la satira. Sul web si sono scatenate le battute, giudichiamole insieme. A) Un italiano campione del mondo di Monopoly: facile, se non vai mai in prigione…
«Fa ridere, ma è sbagliata: soprattutto a fine partita stare in prigione fa comodo perché non paghi».
B) Ovvio, si usano soldi finti, si costruisce dappertutto e si entra e si esce spesso di prigione.
«Divertente, mi piace».
C) Avrà venduto la Fontana di Trevi.
«Non ha senso».
D) Non sarà arrivato il condono per i 4 alberghi viola.
«Nessun monopolio può avere 4 alberghi. Semmai ci sono 4 stazioni, ma non puoi costruire».
E) È italiano, aveva 80 euro in più…
«Molto buona»
Lei ne ha una sua?
«Italiano vince il Mondiale di Monopoly. È l’Italia che riparte #lavoltabuona…».
Già, l’Italia di Renzi. Hahahah. Nicolò, finiamo con un giochino veloce. Uno sportivo che le piacerebbe sfidare a Monopoly?
«Lorenzo del Motogp. Chissà se si lamenta della sfortuna anche qui».
Un politico che potrebbe essere portato?
«Padoa-Schioppa: con i soldi e i numeri dovrebbe cavarsela bene».
Uno negato?
«Salvini, perché le case ama buttarle giù con la ruspa».
Ultimissima. E Berlusconi come lo vede al tavolo del Monopoly?
«Non male, rischierei di essere messo in difficoltà, ma solo se rispettasse le regole. Però ci sarebbe qualche possibilità di vederlo in galera...».