La Gazzetta dello Sport, 4 novembre 2015
Mancini vuole riportare Pirlo all’Inter a gennaio, in prestito per sei mesi
Solitamente la si definisce suggestione. Ma questa volta, forse, è qualcosa di più. Per Roberto Mancini – uno che ama il piede di velluto che faccia da educato joystick al proprio gioco – l’idea legata ad Andrea Pirlo potrebbe rappresentare il colpo in più di gennaio per costruire una classifica da business class. Un’idea che – scavando – ha i suoi perché, i suoi percome e diversi appigli. LA TELEFONATA, IL CITY La scintilla nasce dal sito Sportmediaset e procede secondo un tormentone che ormai è consuetudine: vuoi che Mancini non abbia fatto una-telefonata-una ad Andrea Pirlo? Sussurri discordanti: no, sì, una chiamata «assolutamente informale»... A un certo punto emerge un retroscena: il Mancio cercò Andrea Pirlo anche ai tempi in cui era manager del Manchester City e ora, per l’edificio-Inter, pare tornato alla carica. Il problema, però, è che ci sarebbe proprio il City attuale come concorrente pesantissimo per gennaio. Il Mancio, che dai Citizens non riuscì ad avere Touré, potrebbe intervenire e intromettersi con valide argomentazioni. ET ed ETIHAD L’Inter, al momento, non fa trapelare conferme. Pirlo ha abbracciato l’avventura a New York pochi mesi fa, un’avventura calcisticamente non meravigliosa ma vista come classica scelta di vita, di fine (?) carriera, un mondo diverso. Andrea nel campionato americano, senza considerare i fatturati legati ai diritti d’immagine, percepisce dai New York City 2.315.694 milioni di dollari (2,1 milioni di euro circa) e ha un contratto fino al 31 dicembre 2016. Niente di insormontabile per ET. E viene alla mente proprio un vecchio tweet di Thohir, datato giugno 2013: rispondendo a un tifoso nerazzurro scrisse «I like Pirlo», frase che – leggibile come semplice curiosità o meno – potrebbe anche essere vista come antico chiodo fisso. Oltretutto la proprietà Etihad – che lega NY FC e City e Mancini e forse l’Inter? – potrebbe avere un ruolo primario. Per i Citizens certo, ma la rapidità del calcio inglese potrebbe essere superata (nella mente di Pirlo) dalla maggior sicurezza insita in una Serie A a lui già nota. IL GIOCO, IL DUO Nel caso in cui l’Inter dovesse convincersi (e convincere Pirlo), ecco la doppia ipotesi: prestito semestrale o addirittura un contratto di un anno e mezzo, che a 36 anni pare fantacalcio ma chissà. Pirlo visse l’Inter dal 1998 e maluccio: non giocava, cosa che invece fece nei prestiti alla Reggina e a Brescia con Baggio e Mazzone che lo valorizzò da regista. Celebre un gol alla Juve nato dai loro piedi: lancio di Andrea dal dischetto di centrocampo, Baggio che addomestica al limite dell’area, sterzata a sinistra, Van der Sar sdraiato. Ecco: il Mancio vorrebbe Pirlo per far girare attorno i suoi marcantoni tecnici (Felipe Melo e Medel sanno stare anche intermedi) e per tendere un asse Pirlo-Jovetic da luce perpetua. Rivestirsi di Inter, per lui, sarebbe una rivincita in grande stile. LA NAZIONALE Andrea sarebbe solleticato dall’idea di tornare per non perdere l’ultimo Europeo in carriera. Con gli allenamenti italiani (e senza Coppe) non fallirebbe l’obiettivo. Antonio Conte stravede per Pirlo, si sa, ma non lo convocherà per la doppia sfida contro Belgio e Romania per scelta tecnica. «Un campione come lui merita rispetto» disse il ct azzurro. Lo pensa anche Mancini la cui sfida virtuale con Manuel Pellegrini vivrà un altro capitolo.