Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  novembre 04 Mercoledì calendario

A proposito di Katniss, ecco Jennifer Lawrence, l’attrice più pagata di Hollywood, che la interpreta

BERLINO. IL VIAGGIO di Katniss Everdeen nei tre libri e quattro film di Hunger Games è arrivato alla fine. Con Il canto della rivolta Parte II, in uscita il 19 novembre, si conclude la saga ma il percorso della sua giovane interprete, Jennifer Lawrence, non accenna a declinare. Venticinque anni, attivista sul fronte dei diritti delle donne dopo la lettera aperta in cui ha chiesto lo stesso trattamento economico per donne e uomini a Hollywood, è oggi l’attrice più ricercata e pagata, 20 milioni di dollari a film. Alterna grandi pellicole spettacolari come Hunger Games e X Men con i film d’autore come quelli di David O’Russell (è nel nuovo Joy, il terzo con il regista dopo Il lato positivo per cui ha vinto l’Oscar e American Hustle ). «La cosa incredibile di Jennifer è che era già così quando l’ho incontrata per la prima volta cinque anni fa», dice di lei Donald Sutherland, che interpreta il tirannico presidente Snow in Hunger Games. «Ha uno straordinario senso di onestà e verità, è un’attrice istintiva e, a parte le guardie del corpo che ora ha intorno, non è cambiata affatto».
La incontriamo a Berlino, dove sono state girate molte scene del film. Un carrè di capelli biondi, scarpe con tacco altissimo e abito a fiori, Jennifer è stanca, provata dal jet lag ma sorridente e più aperta del solito. «Mi mancherà la famiglia che si è creata fra noi per Hunger Games», esordisce. «Ma questi non sono solo film d’azione, sono allegorie politiche che i giovani riescono a percepire».
La sua lettera aperta per la parità ha scosso Hollywood. Come ha pensato all’espressione “i fortunati con il pene”?
«Veramente ho scritto “i fortunati con il c***o!”, se vogliamo essere precisi. E non so come mi sia venuta fuori mentre scrivevo, non ci ho pensato su molto. Lena Dunham mi ha chiesto di scrivere qualcosa per la sua newsletter e mi è venuta fuori così. L’ho scritta e spinto invia».
È stata sorpresa dalla reazione?
«Scioccata. Spero che sia stata presa nel modo giusto. Non è mai stata questione di soldi, non mi lamentavo per quanto vengo pagata, perché veniamo comunque pagati tutti troppo».
Le pesa essere considerata la voce di una generazione?
«No, mi fa piacere, sono così fortunata. Certamente è una responsabilità, sono consapevole che le giovani ragazze mi diventano mie ammiratrici anche per quello che dico».
Pensa che le cose cambieranno a Hollywood?
«Quello è l’obiettivo. Faccio ancora un film per due soldi se mi piace e mi sta bene venir pagata meno di un uomo che lavora più di me. Spero di ispirare altre donne a non considerarsi vittime. Lo scopo finale è la parità anche dei salari, e il primo passo è parlarne. Io sono in una posizione strana, guadagno un sacco di soldi...».
Com’ era lei da adolescente?
«Strana. Ho lasciato la scuola a 14 anni, ho passato l’adolescenza senza un gruppo di amici. Ero indipendente, lo sono ancora. Ogni tanto devo stare sola per ricaricarmi».
In che modo trova la sua forza interiore?
«Sono spesso assalita dai dubbi ma è importante mettersi in discussione. Non so da dove venga la mia forza, ho vissuto tanto da sola New York, avevo la mia dose di paure. Sono stata tirata su dai topi, mi hanno indurita. Oggi mi sento più calma, equilibrata. Quando vado a casa a Natale so che troverò il solito matto sulla porta. Non è la fine del mondo, chiamiamo la polizia, lo portano via. Una volta ne facevo una tragedia, oggi non più».
Ha detto che doveva vivere in albergo per via dei paparazzi. Ora ha una casa.
«Finalmente. Ho chiamato un decoratore del Kentucky, passavo davanti al suo negozio da piccola ma non potevamo permetterci niente».
Nel nuovo film di O’Russell, “Joy”, interpreta un personaggio completamente diverso, una madre.
«Anche esteticamente questo lavoro si distacca dai suoi del passato. David è stato capace di tirarmi fuori un’energia diversa, più quieta. Quel personaggio mi ha ispirata».