Il Messaggero, 3 novembre 2015
Sette vice per Tronca
Nella Capitale governata da due super prefetti le tessere del mosaico non sono ancora tutte in ordine. Di sicuro, però, la triangolazione Palazzo Chigi-Palazzo Valentini-Campidoglio inizia a produrre i primi risultati. Sul piatto: la gestione ordinaria di Roma (fino alle prossime elezioni in tarda primavera) e quella straordinaria del Giubileo, al via tra poco più di un mese. Due fatti destinati a sovrapporsi. La prima casella che si sbloccherà riguarda la governabilità del Campidoglio del dopo Marino. Tra stasera, o al massimo domani, il prefetto Franco Gabrielli nominerà i sette sub commissari che affiancheranno Francesco Paolo Tronca alla guida del Comune.
LA NOMINAAttenzione: niente «dream team» di renziana narrazione. Si tratta, in questo caso, di funzionari (del Viminale, del Mef, del ministero delle infrastrutture) chiamati a occuparsi della macchina capitolina: dall’ambiente all’urbanistica, passando per bilancio, trasporti e così via. Una sorta di «assessori tecnici» che vigileranno sugli uffici per fare in modo che non si fermi la vita del Comune e quindi quella dei romani. Nei quattordici municipi della Capitale (quello di Ostia, il X, è stato sciolto per mafia) rimarranno in carica con presidenti, giunte e consiglio. Tronca e Gabrielli, i due prefetti a cui Renzi ha dato la gestione di Roma, si sono incrociati per tutta la giornata di ieri nelle varie commemorazioni dei defunti in programma in città e hanno deciso il primo piano d’azione. La convivenza tra i due funzionari dello Stato è delicata. A dare le carte è sempre Palazzo Chigi e quindi Renzi in persona, intenzionato a «buttarsi a capo fitto» sul dossier Roma, attesa dalla prova del Giubileo. «Il prefetto Gabrielli è una sicurezza e sta facendo un ottimo lavoro», dice il presidente del Consiglio, sottolineando poi il «lavoro sotterraneo e straordinario» durante l’Expo fatto da Tronca, «che dovrà gestire i poteri di sindaco, giunta e consiglio».
L’ANNO SANTOGabrielli si muove tra due fronti. Da quanto emerge in queste ore si rafforza «in maniera molto concreta» la nomina dell’ex Capo della protezione civile a commissario straordinario dell’Anno Santo. Ieri mattina il prefetto si è incontrato con il sottosegratario di Palazzo Chigi Claudio De Vincenti. Sessanta minuti di colloquio per fare il punto sulla gestione del grande evento religioso. Poi, prima di pranzo un’altra visita: questa volta al Quirinale per fare «una panoramica dei problemi di Roma in vista dell’Anno Santo» con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La situazione in effetti non è semplice.
A poco più di un mese dall’apertura della Porta Santa, la Capitale deve fare i conti con il ritardo dell’avvio dei lavori e attende i 300 milioni che dovrebbero arrivare dal Governo. Il decreto legge è atteso in settimana, al massimo nella seduta del consiglio dei ministri fissata per venerdì prossimo. Gabrielli commissario del Giubileo avrebbe un significato preciso: accelerare le gare, andare in deroga al codice degli appalti per intervenire subito sulle priorità della città (a partire dalla manutenzione di metro a bus). Ma i nodi da sciogliere sono anche legati a temi delicati come rifiuti e trasporto pubblico, note dolenti sulle quali Tronca chiederà sicuramente aiuto ad un «dream team» ancora tutto da decidere.
LA SQUADRAI nomi più quotati restano quelli di Marco Rettighieri, Gloria Zavatta, Carlo Fuortes e Giovanni Malagò. Dovrebbe andare a costituire una struttura direttamente coordinata dal Governo, più vicina a Gabrielli che a Tronca. Per l’ex prefetto di Milano quella di ieri è stata la seconda giornata romana, sempre con la fascia tricolore al petto. Cominciata con la deposizione della tradizionale corona all’Altare della Patria e proseguita poi nei luoghi simbolo della Capitale, da Porta San Paolo, luogo della resistenza romana, alle Fosse Ardeatine passando per il Tempio Maggiore dove ha incontrato i vertici della comunità ebraica. Lo stile misurato e molto sobrio di questi giorni sembra tracciare il suo mandato in Campidoglio. Questa la dichiarazione del neo commissario: «Sono veramente orgoglioso di poter prestare il mio servizio e la mia responsabilità per la Capitale della nazione».