La Stampa, 3 novembre 2015
Con Tsipras si ricomincia. Non ha fatto tutti i compiti e due miliardi di prestito sono a rischio
Pierre Moscovici atterra oggi ad Atene per incontrare governo e parti sociali, con il chiaro obiettivo di misurare a che punto è lo sforzo di riforma del governo Tsipras, e valutare se vi sono le condizioni per versargli i due miliardi che si aspetta entro novembre. Solo sei mesi fa, l’arrivo del Commissario Ue per l’Economia nella città del Partenone avrebbe sollevato proteste locali per le ingerenze della Troika, mentre l’incerto avanzare del piano di rilancio definito coi creditori avrebbe fatto tremare i mercati e gridare al possibile tracollo. Invece il clima resta piuttosto tranquillo, nonostante i numerosi tasselli che mancano per chiudere il rompicapo.
A Ferragosto, Atene ha chiuso con Eurogruppo, Bce e Fmi (che però sta un passo indietro) un accordo per l’erogazione condizionata di nuovi prestiti sino a 86 miliardi in tre anni. Senza, il paese avrebbe fatto bancarotta. L’intesa prevedeva un’agenda piuttosto precisa secondo cui, entro metà mese, il parlamento greco doveva passare un numero di riforme in modo da ottenere l’erogazione di due miliardi.
La decisione potrebbe essere presa già lunedì all’Eurogruppo, sempre che si ritenga che quanto fatto da Tsipras sia cospicuo. A ottobre Atene ha approvato un pacchetto di interventi sulla previdenza e il Fisco. «Siamo al 90% dei requisiti», giura il premier. L’Euro Working Group (Ewg), cioè i ministeri dell’Economia al massimo livello tecnico, non è d’accordo. Stima che solo un terzo della cinquantina di caselle è stata spuntata. L’azione sulla governance del credito sarà anche elemento pilota in vista della ricapitalizzazione delle banche. Gli stress test di Bce hanno mostrato necessità di capitale fino a 14,4 miliardi, col fabbisogno in una situazione di crisi base di 4,4 miliardi. Le quattro banche elleniche nel mirino (National Bank, Alpha Bank, Piraeus Bank ed Eurobank) devono inviare i piani di ricapitalizzazione a Francoforte entro venerdì. Ieri si è saputo che la banca centrale ellenica propone uno swap del debito per rimettere in sesto gli istituti di credito. Bisognerà negoziare.
All’Eurogruppo di lunedì, il ministro dell’economia Tsakalotos deve dare un segno concreto. Gli occorre per ottenere i due miliardi subito e il terzo a stretto giro. E anche per convincere i creditori che sta facendo il suo lavoro. Questa, è la premessa necessaria fissata a Bruxelles per poter parlare di interventi per l’alleggerimento del debito. Finché non ci sarà una decisione in merito, il Fmi ha ribadito che non parteciperà ad alcuna operazione di finanziamento. Washington che fa apertamente distinguo non aiuta: coi dubbi ateniesi e Moscovici in azione dà l’impressione di riportare l’orologio indietro. Le Borse, per ora, sono serene. Atene ha guadagnato il 3,08% spinta dalle prospettive di ricapitalizzazione delle banche.