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 2015  novembre 03 Martedì calendario

Arrestati i due «corvi» del Vaticano • Trentasei imprenditori siciliani si rivoltano contro il pizzo e fanno arrestare ventidue mafiosi • Gli aborti scendono sotto quota 100 mila • A causa della differenza di salari tra maschi e femmine, le europee da oggi fino a Natale lavoreranno gratis

  Corvi 1 Lucio Angel Vallejo Balda, 54 anni, segretario della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede, e Francesca Immacolata Chaouqui, «pierre» di 33 anni , sono stati arrestati in Vaticano. L’indagine della Gendarmeria sulla «sottrazione e divulgazione di notizie e documenti riservati» li ha individuati come i «corvi» che hanno passato le carte riservate pubblicate in due libri in uscita dopodomani: Via Crucis di Gianluigi Nuzzi e Avarizia di Emiliano Fittipaldi. I nomi circolavano da giorni: i documenti provengono dal lavoro della Cosea, la «Commissione referente per lo studio dei problemi economici e amministrativi della Santa Sede» che Francesco nominò all’inizio del suo pontificato, il 18 luglio 2013, per avviare la sua riforma. Monsignor Vallejo Balda ne era segretario e Chaouqui uno dei membri laici. I due sono stati convocati sabato per essere interrogati «sulla base degli elementi raccolti e delle evidenze raggiunte». Chaouqui è stata rimessa in libertà perché «non sono più state ravvisate esigenze cautelari, anche a motivo della sua collaborazione alle indagini». Vallejo Balda invece è rimasto in cella, come tre anni fa il maggiordomo «corvo» Paolo Gabriele. Il reato loro contestato, la divulgazione di «notizie e documenti riservati», è punito dalla legge vaticana con una pena fino a otto anni. Ma non si tratta solo dei libri. L’indagine vaticana riguarda anche la violazione informatica del computer di Libero Milone, revisore generale della Santa Sede, nominato a giugno da Francesco. Potrebbero essere presto indagate altre persone (G. G. V., Cds).

Corvi 2 Nel libro Avarizia del giornalista de “L’Espresso” Emiliano Fittipaldi, in uscita per Feltrinelli giovedì 5 novembre, si raccontano decine di scandali finanziari vaticani, grazie allo studio di una documentazione riservatissima e a un lungo lavoro di inchiesta giornalistica: ricchezze sterminate, proprietà immobiliari per quattro miliardi di euro, offerte per la beneficenza che non vengono spese per i più poveri ma ammucchiate in conti e investimenti, o per esigenze dei monsignori di curia. E ancora: fondazioni vaticane dedicate ai bambini malati che investono centinaia di migliaia di euro per ristrutturare la casa di cardinali importanti, imprenditori indagati in Italia che — nonostante l’annunciata pulizia della banca vaticana — ancora nascondono i loro soldi allo Ior, investimenti milionari (da parte del Bambin Gesù, ospedale finanziato dallo Stato italiano e che ha in cassaforte un fondo segreto da 427 milioni di euro) su aziende petrolifere e chimiche Usa come la Exxon e la Dow Chemical (Fittipaldi, Rep)

Corvi 3 nel libro Via Crucis (Chiarelettere) di Gianluigi Nuzzi ci sono le conversazioni private del Papa. Delle registrazioni fatte da qualcuno, forse proprio da monsignor Balda, durante gli incontri del Pontefice con i suoi collaboratori tre mesi dopo essere stato eletto, e passate al giornalista. Frasi carpite mentre Bergoglio commenta nelle riunioni aspetti economici della Chiesa. «Se non sappiamo custodire i soldi, che si vedono, come custodiamo le anime dei fedeli, che non si vedono?», dice in una di queste intercettazioni. E ancora: «I costi sono fuori controllo. Ci sono trappole...». Queste sono le uniche due anticipazioni del contenuto del libro uscite finora e che il 5 novembre, giorno di uscita nelle librerie, diventeranno di dominio pubblico. Registrazioni e documenti inediti che nelle intenzioni dell’autore dovrebbero servire a svelare la lotta di Papa Francesco per cambiare la Chiesa e le resistenze che sta trovando (Rep).

Pizzo Trentasei imprenditori e commercianti di Bagheria (Palermo) che avevano pagato il pizzo per anni alla mafia hanno deciso di raccontare tutto. Risultato: 22 mafiosi incastrati dai carabinieri con un’operazione chiamata «Reset 2» che ha portato alla luce una grande quantità di estorsioni maturate dal 2003 al 2013. E in qualche caso si va indietro nel tempo fino agli anni Novanta. Più di 50 gli episodi documentati (F. C., Cds).

Aborti Per la prima volta da quando esiste la legge 194 che garantisce alla donna il diritto di interrompere una gravidanza, gli aborti sono scesi sotto la soglia dei 100 mila. Per la precisione, risultano qualche unità più di 97 mila. Lo dice il rapporto con i dati definitivi del 2013 e preliminari del 2014, trasmesso al Parlamento dal ministero della Salute. Nel 1982 la curva raggiunse l’apice con 234.801 interventi. La relazione ministeriale indica un calo sensibile rispetto allo scorso anno, meno 5%. Un terzo dei ricoveri in day hospital riguardano le straniere che confermano un tasso di abortività tre volte superiore alle italiane. I ginecologi obiettori — che dopo l’assunzione chiedono di lavorare al di fuori dei servizi per l’Ivg — sono invece aumentati anche se di poco, dal 69,2% al 70%. (De Bac, Cds)

Gender pay gap 1 Da oggi, più o meno, fino a Natale, le donne in tutta Europa lavoreranno gratis. Gli stipendi delle donne, infatti, sono così inferiori rispetto a quelli dei maschi - 16,3% nella media europea - che a parità di incarichi e ruoli, è come se da oggi le lavoratrici smettessero di essere pagate, mentre i colleghi uomini continueranno ad avere in tasca lo stipendio. Tradotta in tempo, quella differenza fa esattamente 59 giorni gratis, così ha calcolato la Ue in occasione dell’Equal Pay Day, il giorno dell’eguaglianza dei salari. Passando dalla divisione in giorni al conteggio in denaro, si scopre che in Europa una lavoratrice incassa 84 centesimi per ogni euro guadagnato da un maschio (De Luca, Rep.)

Gender pay gap 2 In Italia, a sorpresa, il “gender pay gap”, appare più basso che nel resto d’Europa, con retribuzioni femminili inferiori del 7,3% rispetto a quelle maschili. Si tratta però di una statistica ingannevole, come hanno rilevato più osservatori (Istat, Isfol, Banca d’Italia), che non tiene conto della bassa occupazione femminile del nostro paese, cioè al di sotto del 50%, in particolare al Sud, dove una donna su due non lavora. E il vero gap made in Italy sfiorerebbe addirittura il 20% di differenza. Dove tutto questo vuol dire, anche, donne ricattate, dimissioni in bianco, giovani licenziate perché incinte (ibidem).

(a cura di Roberta Mercuri)