ItaliaOggi, 31 ottobre 2015
Fenoglio che vide troppi fascisti repubblichi reinventarsi partigiani, l’Italia romanocentrica che inizia e finisce a Monteverde Vecchio e il narcisismo egocentrico di Michele Ferrero
Con questo tiraemolla sui tassi di interesse, il governatore della Fed sta diventando un personaggio da soap opera. Sue Yellen. Gianni Macheda.
Noi italiani vinceremmo a mani basse se partissimo con gli stessi punti in classifica degli altri. Ma partiamo penalizzati di 30 punti a causa del debito pubblico, il cui servizio costa quasi il 5% del pil. Ma proprio qui sta la chiave del momento. Date le condizioni favorevoli appena elencate, questo è il momento di tagliare il ramo secco. Di ridurre il debito di almeno il 40%. Non facile. Ma la situazione è propizia per uno swap tra debito e patrimonio dello stato. Marco Mazzucchelli, manager director della banca svizzera Jiulius Bär (Danilo Taino). Corsera.
Letteralmente evaporata, a contatto con la globalizzazione, la divisione destra-sinistra, ora ad essere dominante è la frattura tra il popolo e le élite che vivono nelle metropoli mondializzate. «La separazione tra la piazza e il balcone», dice Zemmour, «era quella dei piccoli paesi e delle città italiane prima della divisione destra-sinistra sorta con la Rivoluzione francese. La novità è che i cittadini che occupano la piazza non possono in nessun caso pretendere di accedere al balcone». Mario Zanon. Il Foglio.
Oltre a Edmondo Berselli, mi aiutò, all’inizio, un altro personaggio straordinario, altro emiliano, Pierangelo Bertoli. Non lo conoscevo. Lo cercai sull’elenco: Sassuolo, Bertoli Pierangelo. Il numero lo fece Claudio Maioli, che poi sarebbe diventato il mio manager, io mi vergognavo: «C’è uno bravo che fa delle canzoni, possiamo venire a fartele sentire?». Mi disse: te brev, sei bravo. A quel punto cominciai a crederci. Ligabue, cantautore (Luca Valtorta). la Repubblica.
Panfilo Gentile fu il primo ad accorgersi che la televisione stava diventando faziosa, insinuante, subliminale. «Se si occupa dei poliomelitici, dei subnormali, degli illegittimi o dei sordomuti con l’aria di un interessamento caritatevole, non trascura d’insinuare che la responsabilità di tutte queste sventure risale alla società capitalistica. Se si occupa del duro lavoro del minatori o dei pescatori con l’apparente intenzione di segnalare i disagi di queste categorie, non manca di arrangiare le cose in modo che se ne attribuisca la colpa agli imprenditori». Sergio Romano, prefazione a Panfilo Gentile, Democrazie mafiose. Ponte alle Grazie, 1997.
Capisco il romanocentrismo del sistema dell’informazione, per cui l’Italia comincia e finisce a Monteverde Vecchio e un film di Moretti conta più del lavoro operaio, della ricerca dei chimici, delle invenzioni del marketing. Capisco pure il narcisismo egocentrico per cui Michele Ferrero (personaggio oltretutto assente dalla scena pubblica, benché fosse l’uomo più ricco d’Italia) non era il fondatore della multinazionale ma l’uomo che ci faceva le merendine quando eravamo piccoli. Ma questo intimismo un po’ puerile non aiuta a comprendere cosa è stata la Ferrero nella storia del Paese, e quale modello di sviluppo può offrire al Paese prossimo venturo. Aldo Cazzullo. Sette.
Studio ancora due ore al giorno, altrimenti avrei paura di non farcela. E invece ho bisogno di divertirmi. Se non mi diverto, tanto vale che me ne stia a casa. Enrico Rava, cornettista jazz, ilvenerdì.
Lo scrittore Beppe Fenoglio sognava una nuova ripartenza, ma prim’ancora del 25 aprile, vide troppi fascisti repubblichi reinventarsi partigiani e capì che, senza epurazione, non poteva esserci Liberazione. Andrea Scanzi. Il Fatto.
Dev’essere così che si diventa vecchi: all’improvviso, al tramonto, in mezzo a un campo, strattonati da un futuro invisibile, investiti da un entusiasmo audace e infantile, impossibile da condividere. Edoardo Nesi, romanziere de L’estate infinita (Edoardo Rialti). Il Foglio.
Se avessimo posseduto il senso dell’umorismo, che è un sesto senso, diceva Guareschi, non avremmo permesso ai nostri soldati di partire per la seconda guerra mondiale con i cannoni del 1908 e le camice di raion, non continueremmo a fare la Storia in maniche di camicia, nera o rossa che sia, ma costruiremmo case e ospedali invece di impennacchiare con piume i cappelli dei nostri soldati. Beppe Gualazzini, Guareschi. Editoriale Nuova, 1981.
Abbiamo voluto raccontare, ad Expo, la straordinaria versatilità del mondo del vino che, da comparto prettamente agricolo, solo mezzo secolo fa, oggi è diventato un fenomeno sociale e uno degli ambasciatori del saper fare italiano, che tanta risonanza internazionale regala al made in Italy e ai suoi territori. Riccardo Cotarella, presidente del Comitato scientifico del Padiglione Vino di Expo (Carlo Baroni). Corsera.
Non tutta l’Ucraina è russa. L’Ucraina è un piccolo impero, è composta dai territori presi alla Russia e da quelli presi a Polonia, Cecoslovacchia, Romania e Ungheria. I suoi confini sono le frontiere amministrative della Repubblica Socialista Sovietica del- l’Ucraina. Non sono mai esistiti. È territorio immaginario che, ripeto, esisteva solo a scopi burocratici. Prenda Leopoli, cosiddetta capitale del nazionalismo ucraino: lo sapeva che l’Ucraina l’ha ricevuta nel 1939 per effetto della firma del Patto Molotov-Ribbentrop? In quel momento il 57% della popolazione era polacca, il resto erano ebrei. Di ucraini poche tracce. Il Sud del Paese poi venne dato all’Ucraina dopo essere stato conquistato dall’Armata Rossa. Questa è la storia. Ma quando l’Ucraina ha lasciato l’Urss non ha restituito quei territori, a cominciare dalla Crimea ovviamente, che le era stata regalata da Krusciov nel 1954. Non capisco perché Putin abbia ancora paura di dire che Donbass e Russia sono la stessa cosa. Eduard Limonov, scrittore russo (Paolo Valentini). La Lettura, Corsera.
Un istituto di bellezza di Miami reclamizza il suo operato con il seguente slogan: «Se non riusciremo a farvi belli, vi daremo 5mila dollari». Franco Battiato ha incassato già tre volte la somma. Amurri e Verde, News. Mondadori, 1984.
Ho provato una emozione formidabile ad Agrigento, in casa di Luigi Pirandello. Attraverso le vetrate dei balconcini scruto il mondo originario: «per speculum in aenigmate» di sue verità. Una notte di giugno/caddi come una lucciola/sotto un pino solitario/ in un campagna /d’olivi saraceni/ affacciata agli orli/d’un altopiano/di argille azzurre /sul mare africano. Antonino Galloni. Web.
A raccomandare la virtù sono i grandi santi e i grandi peccatori. Roberto Gervaso. Il Messaggero.