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 2015  ottobre 31 Sabato calendario

Inaugurato il tempio di Scientology. L’edificio, di diecimila metri quadri, cinque piani, duecentocinquantotto finestre, è costato 25 milioni di euro. Ecco cosa ne pensano i milanesi di viale Fulvio Testi (che non ne sapevano niente)

“Questi ammazzano la gente, io lo so, ma proprio qua dovevano venire?”. “Sono una setta, hanno i soldi, oltre venti milioni è costata ‘sta roba, e il Comune ha dato il permesso, vengano qua i politici a vedere come viviamo, con i tubi dell’acqua vecchi di 40 anni”. Il caseggiato popolare rumoreggia. C’è chi parla e chi gira al largo. Altro a cui pensare, altri affari non proprio legali da seguire. Milano, viale Fulvio Testi, ben al di là delle circonvallazioni urbane, asfalto e traffico in gran quantità, con i civici che vanno oltre il 300, nei cortili delle case rosse, far west, balordi, droga e disperazione. Qui oggi va così. La nuova sede della chiesa di Scientology proprio non viene digerita. Troppo sfarzo opposto ai muri popolari marci di umidità.
Al 327 di questo stradone milanese, oggi ci sarà l’inaugurazione. Quasi 10 mila metri quadri di area, cinque piani e 258 finestre. La scritta enorme e la croce a otto punte. In alto un gigantesco fiocco rosso. Ieri ancora si lavorava. Oltre l’ingresso blindato, un bel po’ di gente, fioriere nuove, in fondo l’asilo nido, il ristorante. La chiesa fondata nel 1954 dallo scrittore americano Ron Hubbard e seguita negli Usa da tante star hollywoodiane, celebra se stessa, il suo credo e il suo popolo. Anche in Italia. Una volta qui c’era la Philips. Il simbolo della tecnologia scalzato dallo spirito e dal culto.
Comparso a sorpresa, senza annunci, in sordina, con i lavori protetti dalla facciata anonima di questo palazzo rimasto abbandonato per anni. “L’insegna è stata portata solo due giorni fa”. Marco, 20 anni, tuta e felpa nera, vive nei palazzoni accanto alla fermata della metro. “Che ne penso? Niente, staremo a vedere. Certo siamo rimasti sorpresi nel vedere comparire quella croce inquietante”. La gente cammina per i lotti residenziali accanto a Scientology. Pasquale, 70 anni, pensionato, pugliese solo di nascita, allarga le braccia. “Non saprei come commentare, non mi sento all’altezza. Se mi dà fastidio? Forse un po’, ma per quello che ho sentito dire, non per altro”.
Più fermo e convinto, invece, un signore che attende il tram. Borsello a tracolla e sigaretta in bocca. “’Sto palazzo andrebbe raso al suolo, questi lucrano sull’ignoranza della gente”. Paolo, barba bianchissima, elegante in un completo beige, tiene per mano il nipotino e osserva i lavori. “Se abito qui? Ahimè sì”. Lo dice osservando gli operai. “Una religione? Sì, certo quella di mago Merlino, sa io qui ci ho lavorato, in Philips”. Il palazzo oggi è di proprietà del fondo tedesco Spezialfond Europroperty fonds.
Insomma, i milanesi osservano con diffidenza. Beatrice Uguccioni, presidente del Consiglio di zona è un po’ arrabbiata. “Nessuno ci ha avvertito”. Non vi era l’obbligo “ma visto che si tratta di un luogo di culto sarebbe stato opportuno”. Anche perché il progetto non è di ieri. “Quelli di Scientology – dice la Uguccioni – sono stati furbi e hanno anticipato la legge regionale che oggi blocca la costruzione di luoghi di culto”. Certo la nuova sede di viale Fulvio Testi una cosa la dimostra: a Milano gli scientologist non sono pochi. Crescita esponenziale, visto che la prima sede, negli anni Ottanta, stava in uno scantinato di corso Vittorio Emanuele. Chiediamo per capire. Nel parcheggio gremito, un operaio scatta alcune foto. Curioso? “No lavoro dentro, sto stuccando gli uffici”. Si chiama Carlo ed è di Bergamo, qui lavora con il figlio Andrea. “Per giudicare – dice – prima bisogna conoscere, troppe pubbliche relazioni nere”.
Intuiamo. Lui conferma. “Sono uno scientologo, anche mio figlio, anche mia moglie e ci ho portato pure i nipotini. Lo sono da 30 anni”. Sorpresa, un operaio bergamasco come Tom Cruise. “Non sono un adepto, sono cattolico, suonavo l’organo in chiesa, poi mi sono accorto che non avevo le risposte che volevo”. E invece con Scientology? “La nostra è una filosofia religiosa, diffusissima in Italia, oltre a questa grande sede ce n’è un’altra uguale a Padova, altre ne nasceranno”. L’etica. Punta su questo Carlo e sul “pensare positivo, sul lavorare su stessi per migliorarsi nella vita”.
Scientology aiuta a superare i problemi. Carlo ne è convinto. All’inizio lo si ascolta con interesse, poi la cosa si fa scontata, poco innovativa: l’etica, il pensiero positivo. Tutto già sentito. E invece i grandi temi del contemporaneo? Ad esempio i matrimoni gay. “Beh – dice Carlo – un uomo e una donna si sposano per fare i figli, questo è naturale, il resto, un uomo con uomo, mi pare troppo, non so che dirle a me piace sempre la…”. Bene così. Perché se Scientology non ammazza nessuno, come rumoreggia il caseggiato popolare è anche vero che il suo pensiero più che positivo sembra ormai sorpassato. Dice Carlo: “All’inaugurazione verranno in migliaia dall’Italia e dall’estero”. Milano osserva.