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 2015  novembre 01 Domenica calendario

Il commento al campionato di Gianni Mura

Il sesto 1- 0 del suo campionato porta l’Inter in cima alla classifica, e ci resterà anche oggi, da sola o con chi vince (Fiorentina e Napoli). Tra migliore attacco e miglior difesa prevale la miglior difesa, con un Handanovic impressionante: quattro parate in meno di un minuto. A portieri scambiati, la Roma avrebbe vinto nettamente. Ha creato molto di più, ma ha sciupato molto di più, quando non ci ha pensato Handanovic. Sulla partita, la più convincente dell’Inter fin qui, Mancini mette la firma perché ne cambia sei rispetto a Bologna. Si preoccupa della velocità di Gervinho e Salah, ripesca D’Ambrosio e Negatomo. Poi lascia in panchina Icardi, non vuole dare punti di riferimento alla difesa romanista. Ottiene una squadra più compatta e veloce, a tratti sorprendente. Come nel gol decisivo di Medel, avvenimento più infrequente di una nevicata sul Sahara.
L’Inter lascia iniziativa e campo alla Roma. La Roma non si sottrae, solo che in attacco fa molto fumo e Dzeko sembra piantato per terra. La bellezza del gioco non si discute, ma anche la praticità ha un valore.
Gervinho e Salah sbagliano tanto, troppo. E nel momento migliore della Roma si fa espellere Pjanic per un fallo di mano che poteva e doveva evitare, già ammonito.
L’espulsione incide sulla partita perché nella Roma molti fanno movimento ma Pjanic è l’unico a fare gioco. Poteva e doveva, Pjanic, anche in vista del derby.
Nell’Inter bene Miranda, Perisic e Brozovic, oltre al portiere, ma tutti hanno dato una risposta positiva.
La Juve spreme il massimo dal derby. Lo vince al 48’st, stavolta con Cuadrado da due passi e non con Pirlo da fuori area. Affianca il Torino e si porta per la prima volta nella parte sinistra della classifica.
Tampona le critiche interne, annacqua i mugugni esterni.
Ma è solo il primo passo, altri ne occorreranno per raggiungere una posizione più consona. Ieri, a parte il risultato e la reazione negli ultimi cinque minuti, complice l’eccessivo arretramento del Torino, non c’è molto da festeggiare. A partire dall’infortunio, dopo pochi minuti, di Khedira.
Obbliga Allegri all’ennesimo rimescolamento: arretra il trequartista Hernanes (opaco) e inserisce Cuadrado, che si rivelerà determinante. Il gol, Pogba su velo di Dybala, sembra sbloccare sia la Juve sia Pogba, ma è un’illusione. Il pareggio di Bovo, stessa posizione da cui aveva colpito Sansone, ripiomba la Juve negli antichi tremori. La salva Buffon su capocciata a colpo sicuro di Glik. E quando il pareggio sembra scontato e anche giusta la esalta l’assedio con l’ultimo fiato. Traversa di Bonucci, gol di Cuadrado. Per il gioco e le certezze si prega di ripassare.