La Stampa, 31 ottobre 2015
Brescia, la coppia uccisa in pizzeria custodiva un tesoro di ben 844 mila euro in contanti, frutto di una vita di evasione. Secondo gli inquirenti però il denaro non sarebbe collegato all’omicidio
Era un tesoretto frutto di incassi non dichiarati all’Erario quello ritrovato nelle disponibilità dei coniugi Seramondi, di Francesco e della moglie Giovanna, uccisi nello loro pizzeria da asporto a Brescia la mattina dell’undici agosto scorso. Si tratta di 844mila euro in contanti trovati a casa dei coniugi, dal figlio e in alcune cassette di sicurezza.
Il «nero» di una vita di lavoro sarebbe emerso dai controlli che la Guardia di Finanza di Brescia sta ultimando sui conti correnti e sui movimenti bancari della coppia uccisa. A distanza di due mesi dal duplice delitto, per il quale sono stati arrestati un pakistano titolare di una pizzeria concorrente a quella delle vittime e un complice di origini indiane, gli inquirenti sono inoltre arrivati alla conclusione che il tesoretto da 844 mila euro non è per nulla collegato all’ omicidio.
L’agguato avvenne nella pizzeria “Da Frank”, di proprietà dei Seramondi, lo scorso 11 agosto. Il pakistano Adnan, proprietario del locale “Dolce e Salato” di fronte alla pizzeria dei Seramondi, entrò nel locale con il volto coperto da un casco da moto e impugnando un fucile, con cui sparò 4 colpi mortali verso i coniugi Seramondi. Poi la fuga su una moto guidato dal complice indiano Sarbjit (la targa del motorino fu uno degli elementi che fecero risalire all’assassino. Poi il pakistano tornò nel suo locale, e simulando indignazione rilasciò alcune dichiarazioni di sconcerto per l’accaduto alle tv locali che stavano raccogliendo opinioni sul delitto.