la Repubblica, 31 ottobre 2015
«Una fondazione non è un’impresa. Mi opporrò a ogni tentativo di farne scempio». Roberto Einaudi commenta l’acquisizione da parte di Silvio Berlusconi della maggioranza della Fondazione liberale dedicata a suo nonno Luigi
Roberto Einaudi, Silvio Berlusconi ha acquisito la maggioranza della “Fondazione Einaudi di Roma”, lei perché si è opposto?
«Perché una fondazione culturale non è un oggetto che può essere svenduto, né un’impresa che può essere acquistata».
Berlusconi sostiene di avere semplicemente contribuito al salvataggio.
«Nella lettera con cui s’impegna a versare i 45 mila euro, chiede di avere il controllo del Cda, indicando tra gli altri l’avvocato Andrea Ruggeri, che tiene i rapporti tra Forza Italia e le tv, e Paolo Scaroni, possibile candidato sindaco del centrodestra a Milano, solo per citare due nomi».
L’alternativa era fallire?
«La vera morte sarebbe lo snaturamento. L’Università di Yale, tempo fa, rifiutò 20 milioni di dollari, perché i donatori volevano condizionarne l’attività didattica».
Dove finiranno l’archivio e la biblioteca di 5mila volumi?
«Diventerebbero di proprietà di Berlusconi».
Cosa potete fare per opporvi?
«Ho sentito dire che Berlusconi potrebbe ritirarsi, quindi c’è ancora un filo di speranza. Andremo in tribunale. Abbiamo consultato due legali per esaminare la possibilità di annullare questo ribaltone: va contro lo statuto, che precisa la natura indipendente della fondazione. In più i soci storici (Banca d’Italia, Unicredit, Intesa San Paolo, Generali) non erano presenti».
Pensa che il Cavaliere la trasformerà nella scuola politica di Forza Italia?
«Sarebbe un fatto drammatico. Ho cercato di fare valere le mie ragioni e quelle di Valerio Zanone durante l’assemblea, ma sono stato zittito. Malgrado i miei 77 anni mi batterò contro questo scempio».
Suo nonno, l’ex presidente della Repubblica Luigi Einaudi, cosa avrebbe detto?
«Se si lascia libero gioco al laissez faire e al laissez passer, passano soprattutto gli accordi e le sopraffazioni dei pochi contro i molti, dei ricchi contro i poveri, dei forti contro i deboli, degli astuti contro gli ingenui».