Corriere della Sera, 31 ottobre 2015
Schermaglie poco diplomatiche tra feluche: replica dell’ambasciatore Polacco a un commento di Sergio Romano e contro-replica dell’interessato
Polonia: la protesta dell’Ambasciatore in Italia Inviamo una breve replica al commento «La Polonia e il peso della storia» di Sergio Romano (Corriere, 27 ottobre). 1) Leggendo Sergio Romano ho la curiosa impressione che egli conosca la Polonia meglio di me. Non so da dove vengono le sue certezze che io, polacco, non condivido. Scrivere che il mio Paese ha tentazioni espansioniste («dopo la fine della Guerra fredda, ha quasi sempre ceduto alla tentazione di mirare alla riconquista del potere perduto nelle regioni (…) che appartenevano alla sua area d’influenza») è proprio falso e non giustificato. Da diplomatico, non mi permetterei mai di giudicare un altro popolo senza conoscerlo a fondo, rischiando di indurre in errore i lettori del maggiore quotidiano d’Italia. 2) Il brillantissimo passaggio sull’Ungheria merita una correzione. Il signor Romano ha evidentemente confuso due trattati. A Saint Germain è stato firmato il trattato con l’Austria. Il trattato di pace tra potenze alleate e associate con l’Ungheria è invece quello di Trianon. Con il passare del tempo la memoria, a volte, gioca brutti scherzi. 3) Non è la prima volta che il signor Romano accusa la Polonia di avere «una sua parte di responsabilità nelle convulse trattative che precedettero la dichiarazione di guerra della Germania nel 1939». Mi sembra un’accusa alquanto singolare se si pensa che la conferenza di Monaco è stata un’iniziativa dell’Italia. È ovvio che nessun Paese democratico può oggi essere responsabile di un passato di settanta anni fa. Che cosa significa allora questo ripetuto richiamo nei suoi scritti? 4) Esprimere la considerazione che Giovanni Paolo II parlando di due polmoni, ortodosso e cattolico, esprimeva una volontà imperiale è proprio indegno e non richiede commenti. L’approccio del pontefice era stato sempre quello di riconoscere le due realtà dell’Europa che possono convivere insieme in armonia. Basta ricordare che durante la sua vista a Auschwitz nel 1979 il Papa polacco ha chiesto il pieno rispetto per il sacrificio dei soldati sovietici che avevano liberato il campo. 5) Sembra che Romano sia realmente crollato sotto il peso della storia. Non viviamo più nell’Europa del 1939, né in quella del 1989. Concepire l’Europa del domani è uno sforzo difficile, ma necessario. Romano con i suoi testi non vi contribuisce.
Ambasciatore di Polonia in Italia
Mi aspettavo una risposta con argomenti e spunti di discussione. Leggo invece un attacco personale condito di sarcasmo. Forse è questo lo stile del prossimo governo polacco. Grazie comunque per la sua correzione: il trattato con cui l’Ungheria fu privata di molti suoi territori è quello firmato nel palazzo del Grande Trianon di Versailles, non a Saint-Germain-en-Laye.
Ps. Posso ricordare che la Polonia non partecipò all’incontro quadripartito di Monaco del settembre 1938, ma approfittò della spartizione della Cecoslovacchia per impadronirsi con un ultimatum della regione cecoslovacca di Teschen?