Il Sole 24 Ore, 30 ottobre 2015
Telecom nel mirino anche in Brasile: il gruppo carioca Oi ha approvato l’offerta da 4 miliardi di dollari di LetterOne per la fusione con Tim Brasil. L’ad di Telecom Marco Patuano, però, allontana l’ipotesi, dicendo che il gruppo italiano non è mai interpellato, e che attualmente non sussistono le condizioni
Il consiglio di amministrazione di Oi dice sì con voto unanime alla proposta di LetterOne, il fondo del miliardario russo, Mikhail Fridman, pronto a mettere sul piatto fino a 4 miliardi di dollari per favorire l’integrazione tra la società di tlc e Tim Brasil. Ma per il via libera Oi pone delle condizioni. Intanto sulla tempistica: il quotidiano Globo riporta che è stato richiesto di ridurre il periodo di nove mesi di tempo previsto da LetterOne con 60 giorni di negoziazione, classificato come un termine “intermedio”. Inoltre, il consiglio ha chiesto al fondo del magnate russo una garanzia sul contributo effettivo di 4 miliardi di dollari (invece di una cifra “fino a 4 miliardi”). Insomma, nonostante finora il tassello chiave del disegno brasiliano, e cioè Telecom Italia attraverso la controllata Tim Brasil, non sia stato ancora interpellato, l’iter va avanti. Tant’è che Oi e l’advisor Btg Pactual cominceranno ora a lavorare per presentare in tempi stretti una proposta al gruppo italiano.
Un quadro assai fumoso, dunque, ma che il mercato inizia a leggere diversamente alla luce degli ultimi sviluppi che stanno coinvolgendo il gruppo guidato da Marco Patuano. Il riferimento, ovviamente, è al blitz del magnate francese Xavier Neil, fondatore del provider internet Iliad, che ha assunto posizioni lunghe su Telecom Italia pari all’11,2% del capitale con diritto di voto. Una quota che, se sommata al 20% in mano a Vivendì, porta il pacchetto d’Oltralpe oltre il 30%. E se il piano brasiliano e l’assalto francese fossero in realtà due tasselli di uno stesso disegno? L’interrogativo tiene banco sul mercato e alimenta scenari diversi.
In attesa di risposte certe, ci sono però, almeno sul fronte carioca due certezze: Telecom non è stata interpelllata; un eventuale matrimonio con Oi incontrerebbe grandi problematiche sul fronte regolatorio e dei numeri (e debiti) in gioco. Concetti, peraltro, ribaditi ancora ieri da Patuano: «Oggi è impossibile» un’integrazione in Brasile. «Il cda di Oi – ha detto l’amministratore delegato di Telecom – ha preso atto di avere ricevuto una proposta condizionata alla possibilità di integrazione con noi, ma nessuno ci ha interpellato per sapere se noi vogliamo integrarci con loro. Quindi il cda di Oi non ha potuto fare altro che prendere atto della proposta. Noi abbiamo sempre detto che guardiamo al Brasile in un’ottica di creazione di valore. Oggi – ha concluso – pensare a un’integrazione nel mercato brasiliano, in assenza di una profonda revisione del contesto regolatorio, è oggettivamente impossibile perché c’è una serie di normative che per stessa ammissione del ministro delle Telecomunicazioni richiedono un’attualizzazione proprio sulla componente di telefonia fissa». Quindi, ha concluso Patuano, «ad oggi parlare di scenari di integrazione vuol dire parlare di scenari dove manca una componente importante, che è una certezza regolatoria in un Paese che oggettivamente richiederebbe investimenti molto ingenti».