Il Sole 24 Ore, 30 ottobre 2015
In affanno l’economia della Capitale. Se aumentano i turisti (di oltre il 5% solo quest’estate), schizza però alle stelle la disoccupazione giovanile, che nel 2014 ha raggiunto il 48,9%. Allarmante anche il numero delle procedure di fallimento, cresciute del 23,7%
La crisi politica in Campidoglio si è inserita in un tessuto produttivo romano che stava in modo lento e faticoso riprendendosi dallo shock della crisi. Un allarme rosso viene soprattutto dal tasso di disoccupazione (in primis quello giovanile), in grado di alimentare malcontento e voto di protesta.
Secondo l’Istituto Tagliacarne nel 2014 il valore aggiunto pro capite nel territorio romano è sceso del 3,6% rispetto al 2014, scivolando, nella classifica nazionale per province, dal 4° al 6° posto; una discesa ormai continua dal 2011.
Comunque, secondo Fitch, la ripresa dovrebbe consolidarsi anche a Roma: quest’anno il Pil locale dovrebbe crescere dello 0,5% per poi arrivare a +1% nel 2016, grazie soprattutto al volàno del Giubileo. Il turismo è uno dei pochi settori a segnare una crescita continua. A gennaio-agosto 2015 i visitatori nell’area della capitale sono cresciuti più del 5% rispetto allo stesso periodo del 2014.
Il dato che più preoccupa imprese e politici sono i numeri sulla disoccupazione, per l’impatto che essi hanno sui consumi e un’economia terziarizzata. Fitch stima per il 2015-2016 un calo del tasso di disoccupazione a Roma, che dovrebbe scendere al 10 per cento. Nel 2014 il valore si è stabilizzato all’11,3%, in lieve aumento rispetto all’11,1% del 2013. Da far tremare i polsi è soprattutto il tasso di disoccupazione giovanile, salito dal 26% pre-crisi a ben oltre il 40%. Con una preoccupate accelerazione: si è passati dal 44,6% del 2013 al 48,9% del 2014 (42,7% è la media nazionale).
Non sorprende quindi che il tessuto produttivo romano nel 2014 abbia lanciato più di un segnale di allarme: le procedure di fallimento aperte sono aumentate in un anno del 23,7% (più della media nazionale: +15,0%). Mentre le sofferenze bancarie hanno riportato un +4,8% (meno comunque del totale Italia: +13,5%).