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 2015  ottobre 30 Venerdì calendario

Deutsche Bank perde 6 miliardi, taglia 15mila posti, chiude 200 filiali e 10 uffici nel mondo

Il nuovo corso di Deutsche Bank non sarà indolore. Dopo aver annunciato ieri perdite da 6,01 miliardi di euro, il nuovo amministratore delegato della più grande banca tedesca, John Cryan ha annunciato che taglierà 15mila posti di lavoro e ne cancellerà altri 20mila; inoltre chiuderà le attività in dieci Paesi. Circa 9000 posti fissi e 6000 contratti a tempo saranno eliminati entro il 2020. Deutsche Bank eliminerà 200 filiali in Germania e i suoi uffici in Argentina, Cile, Messico, Perù, Uruguay, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Malta e Nuova Zelanda e dimezzerà le attività nelle banche di investimento, dove il 30% dei clienti producono l’80% del giro di affari del colosso tedesco. L’Italia è risparmiata dal giro di vite del nuovo management: nel nostro Paese non sono previsti esuberi. 
Il bilancio in profondo rosso del terzo trimestre – parzialmente preannunciato nelle settimane scorse dall’istituto di credito e comunque meno grave delle attese – è dovuto ai pesanti accantonamenti in vista delle spese legali che il colosso tedesco dovrà affrontare per una serie di scandali, oltre che per la svalutazione da 600 milioni di euro della quota del 20% detenuta nella cinese Hua Xia Bank. L’obiettivo è risparmiare 3,8 miliardi entro il 2018. Il titolo ha reagito con un crollo – anche per l’annuncio di Cryan che quest’anno e l’anno prossimo non saranno distribuiti dividendi.
Tra i numerosi scandali in cui è stata coinvolta Deutsche Bank negli ultimi anni spicca quello della manipolazione dei tassi Libor e delle valute, per i quali è stata sanzionata dall’Antitrust europeo e dalle autorità americane ed è stata presa nel mirino dalla vigilanza bancaria tedesca, la Bafin. Anche se non sono state ravvisate responsabilità dirette del management, l’ennesimo scandalo che ha colpito l’istituto tedesco ha costretto l’estate scorsa la diarchia che lo guidava sino ad allora, composta da Juergen Fitschen e Anshu Jain, ad annunciare l’addio. L’arrivo di Cryan ha significato invece l’avvio di una fase di «pulizia». Una delle prime decisioni del nuovo amministratore delegato è stata quella di chiudere le attività in Russia, dove la banca deve far fronte all’accusa pesante di riciclaggio. Ma l’istituto è anche accusato di aver violato l’embargo europeo con una serie di Paesi tra cui la Russia, l’Iran e l Sudan. Durante una conferenza stampa, Cryan ha ammesso che la banca sta prendendo «decisioni dure» per consentire una riorganizzazione che la renda meno complessa e più redditizia. Il top manager britannico ha sostenuto anche che tagliare posti di lavoro «non è mai un compito facile». Quasi la metà dei posti di lavoro fissi saranno tagliati in Germania, circa 4000 su 7000. D’altra parte Cryan ha anche annunciato la linea dura sui bonus ai manager. Dopo aver constatato che i risultati della banca sono «estremamente deludenti», Cryan ha fatto capire che anche i bonus subiranno un ridimensionamento ma ha rimandato ogni decisione al consiglio di supervisione.