Libero, 30 ottobre 2015
Il prezzo del petrolio si dimezza, ed Eni perde quasi un miliardo di euro. Ma la produzione è in forte crescita
Per i titoli petroliferi l’aria continua a essere pesante. In Borsa e fuori. Nel terzo trimestre dell’anno l’Eni ha accusato una perdita netta di poco inferiore al miliardo, per la precisione pari a 950 milioni di euro. Il Cane a sei zampe ha poi annunciato che l’utile operativo adjusted è pari a 600 milioni. Non è bastata la forte crescita produttiva, con 1,7 milioni di barili estratti al giorno, per compensare il crollo del prezzo del petrolio (-51%), il cui impatto «è stato attenuato dalla crescita delle produzioni, dalla riduzione dei costi e dal deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro». I pessimi conti non hanno tardato a farsi sentire in Borsa, con il titolo Eni sceso a 15,3 euro, in calo del’1,18%. Pare svanito completamente l’effetto dell’uscita del Cane a sei zampe dal capitale della Saipem: mercoledì la prospettiva di rientrare dai 6 miliardi di crediti vantati nei confronti della ex controllata aveva fatto fare al titolo un balzo del 2,15%. Debole in compenso tutto il settore dell’energia, con l’Enel in calo del 2,17% a 4,142 euro.