Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  ottobre 30 Venerdì calendario

E la Sharapova ha deciso che la carriera della Pennetta non durerà un giorno di più. Il dolce addio di Flavia che scappa via per non scoppiare a piangere

Alla fine, piantata sulla riga di fondo, sul match point dell’altra, Flavia ha realizzato: «In quel momento ho capito che era finita». Finita, era scritto forse, ma sarebbe bastato poco, un set vinto, e invece no. Una stellare Sharapova decide a randellate che la carriera di Flavia Pennetta non durerà un giorno di più. 7-5 6-1, con grandi occasioni nel primo set per la brindisina e un 4-3 tumulato da due doppi falli. La sconfitta di Halep con Radwanska, che approda alle semifinali del Masters da seconda del gruppo rosso dopo aver perso da Flavia, apriva scenari inimmaginabili: «Poteva durare di più, è vero, almeno un giorno in più, però così è un bel modo di dire addio al tennis, di fronte a una grande campionessa come Maria». La russa la guarda, sorride, dice «Flavia ha avuto una carriera incredibile, sono stata felice quando ha vinto lo Us Open», miele e bellezza, Singapore è una dolce, ultima volta.
A meno di ripensamenti, chiaro, però le frasi sono ancora quelle di un addio, «mi mancherà la competizione, vedrò le giocatrici anche al di fuori, ma non sarà la stessa cosa». Nessuna lacrima, non era il giorno. Nonostante l’invito della Wta a rimanere in campo per una piccola cerimonia di addio, Flavia è fuggita via: «Preferisco lasciar passare un po’ di tempo prima di salutare tutti come si deve, magari lo farò a Roma tra un po’. Ma in quel momento sapevo che se fossi rimasta in campo avrei pianto. E non sono per i drammi e le lacrime». A 33 anni, nemmeno due mesi dopo aver vinto lo Us Open, Flavia parla già al passato: «La cosa che più mi ha reso felice è l’aver avuto la forza di ritornare dopo tanti infortuni».
L’ultima ora e mezza in campo però è stata da campionessa vera, alla pari almeno per tutto il primo set, con variazioni, smorzate e vincenti, la miglior Pennetta contro la miglior Sharapova: «Maria è tornata dopo un infortunio, ma non l’ho mai vista giocare così, con questa qualità». La brindisina era avanti 3-2 nei precedenti, però la russa, all’ottava partecipazione al torneo delle migliori otto dell’anno, si è presa, come dirà alla fine, «una piccola rivincita contro una delle giocatrici con le quali avevo un record negativo». Esce di scena così la più grande tennista italiana di sempre, 11 tornei Wta, Indian Wells, lo Us Open, due volte nelle prime 10, l’addio da numero 8.
Oggi le ultime due sfide del gruppo bianco, con la spagnola Muguruza, due vittorie su due, che affronta Kvitova, poi Kerber- Safarova. Chissà dove sarà Flavia.