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 2015  ottobre 30 Venerdì calendario

Punizioni? Ecco gli eredi di Pirlo. Dalle lezioni di Pjanic, agli arcobaleni di di Miralem da Tuzla, passando per il destro di Sansone

Il maestro è dall’altra parte dell’Oceano. Gli allievi, però, sono bravi quasi quanto lui. Mentre Andrea Pirlo vive l’autunno a New York, la Serie A conta 14 gol su punizione dopo 10 giornate. Un dato incredibile, se raffrontato con i 24 dell’ultimo torneo, quando lo specialista per eccellenza predicava e segnava per la Juventus. Due, splendidi, sono arrivati mercoledì sera: inutile quello di Biglia a Bergamo, spietato quello di Sansone a Reggio Emilia.
Lezioni di Pjanic, foglie morte, maledette rivisitate: il campionario è vasto come il numero degli esecutori. Miralem da Tuzla, artista degli arcobaleni, fin qui ha ammutolito Juventus, Carpi, Empoli (e Leverkusen, in Champions): a Roma dicono che quando tira lui è un rigore con la barriera. È a quota 10 in totale in A e insegue Pirlo, leader a 28 con Mihajlovic (per altre fonti, Sinisa si è fermato a 27). Alle spalle di Pjanic, tanti celebri solisti. Il solito Lodi ha piegato il Frosinone, la sua ex squadra, con un sinistro dal lato corto dell’area. Eder ha fatto gol alla Roma dopo essersi fatto fermare il pallone da Fernando. Il Sassuolo ha trovato così due gol consecutivi: prima del destro di Sansone, c’era stato il mancino di Berardi al Milan. Su punizione è arrivato anche l’unico centro stagionale di Balotelli, a Udine, ma il Milan ha uno specialista anche in Bonaventura, a segno contro il Palermo. Curiosamente, la squadra rossonera è anche la più battuta: la punizione, nel senso letterale del termine, gliel’hanno inflitta Alonso alla prima giornata, Dzemaili, decisivo e fortunato nel trovare una deviazione a Marassi, poi a San Siro Insigne e Berardi. Nella lista, un posticino anche per il clivense Birsa, a bersaglio contro la Lazio.
E la Juventus? Non c’è. Incredibile, per una squadra che negli ultimi 4 anni ha vinto lo scudetto segnando 14 volte su punizione. Senza Pirlo né Tevez, la differenza si sente: la Juventus fin qui ha fatto gol solo due volte da fuori area (Zaza, con deviazione, e Dybala) e sui calci piazzati spesso ha mostrato un’incredibile confusione, mandando al tiro un po’ tutti (Pogba, Dybala, Bonucci) senza successo. Buffon s’è arreso a Sansone come gli era capitato già con Pjanic: due delle 4 sconfitte sono maturate su palla inattiva. Una nemesi tremenda. Nella classifica di squadra, la Roma è in testa con 3, seguono Sassuolo e Milan con 2, poi Chievo, Fiorentina, Genoa, Lazio, Napoli, Samp e Udinese con una. Paradossalmente, si segna di più su punizione diretta che sugli sviluppi: in questa seconda classifica solo 12 gol, comanda il Verona (4 reti), poi 8 formazioni a quota 1. Sei squadre non ne hanno ancora sfruttato una, neppure in modo spurio. Su 257 reti totali, 67 sono nate da palla inattiva (il 26%): 24 da corner, 17 su rigore, 26 da punizioni dirette o indirette, a un ritmo superiore a quello di due anni fa, quando fu stabilito il record di 42. L’anno scorso, i gol totali furono 1024: 24 su punizione (minimo storico degli ultimi 10 anni), 59 dai suoi sviluppi.