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 2015  ottobre 30 Venerdì calendario

Messina, sesto giorno senz’acqua

Oggi sarà il sesto giorno che buona parte dei messinesi (oltre 200 mila persone) non vedrà scendere acqua dai rubinetti e dovrà mettersi in coda davanti alle autobotti o alle poche fontane storiche. E si teme che ce ne vorranno altri sei perché si torni alla normalità. Da martedì le scuole sono chiuse, così come molti uffici, bar e ristoranti, ci si arrangia come si può, e c’è anche chi accetta di pagare in nero qualche bidone per non restare a secco.
Solo ieri in Prefettura è stato convocato un vertice con tutti gli enti coinvolti e sono stati decisi gli interventi da emergenza, l’invio dell’esercito o la possibilità di attingere da una nave cisterna di 5.000 tonnellate. Solo da ieri Messina è diventato un caso nazionale, grazie sopratutto ai social network, alla campagna su Twitter #MessinaSenzaAcqua e ai messaggi di personaggi come Alessandro Gassman o Maria Grazia Cucinotta. E sopratutto Fiorello, che prima denuncia la latitanza dei media («Voglio sperare che la notizia, brutta, che a Messina manca l’acqua da giorni sia su tutte le prime pagine!) e poi sprona la Rete: «Ogni tanto i social servono, e delle volte riescono a smuovere cose. Diamogli dentro!!! Intervenga subito il governo!». E Matteo Renzi interviene in serata facendo trapelare di essere infuriato e che la vicenda «è una vergogna».
Messina è all’asciutto da sabato scorso, quando una frana si è abbattuta sulle condutture dell’acquedotto a Calatabiano, che è nel Catanese, a cinquanta chilometri di distanza. Per Messina la carenza d’acqua è sempre stato un problema, e in un territorio fragilissimo ogni nubifragio provoca disastri. Era già successo cinque anni fa e poi nel 2012, ma mai per un periodo così lungo.
I tecnici hanno fatto fatica a raggiungere il luogo dello smottamento e giorno dopo giorno si sono accorti che gli interventi di messa in sicurezza sarebbero durati più a lungo del previsto. Peraltro con gli abitanti di Calatabiano che imputano all’acquedotto l’indebolimento di una collina che alle prossime piogge rischia di venire giù.
Una guerra per l’acqua, nella quale il sindaco ambientalista di Messina Renato Accorinti accusa «la multinazionale francese che vende acqua a un prezzo insostenibile», riferendosi alla condotta dell’Alcantara, dalla quale il Comune si è staccato e ha ancora un debito di 8 milioni di euro. In ogni caso, proprio questa potrebbe essere la soluzione, perché si sta valutando la possibilità di realizzare un bypass provvisorio. Una corsa contro il tempo, anche quello meteorologico. Nei prossimi giorni si prevede tanta acqua. Ma dal cielo.