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 2015  ottobre 30 Venerdì calendario

Ma intanto è stata decisa la pedonalizzazione totale di via dei Fori Imperiali (solo per certi periodi)

Nel giorno della retromarcia, Marino va avanti sulla pedonalizzazione dei Fori Imperiali. Non lo frena il malcontento dei cittadini e nemmeno quello della sua giunta, ormai allo sbando. Mancano tre assessori all’appello – il vicesindaco Marco Causi, l’assessore ai Trasporti Stefano Esposito, e al Turismo Luigina Di Liegro – ma Marino non cede, anche se deve accettare un compromesso: pedonalizzazione totale si, ma solo a Natale, nei festivi, nei week end e nei giorni feriali del periodo estivo compreso tra il 30 luglio e il 4 settembre 2016. Durerà un anno, dal 26 dicembre 2015. Si parla di «sperimentazione», termine che indica come la svolta sia diventata in realtà una semplice prova a tempo. Una decisione che comunque fa infuriare gran parte della città, a iniziare dai tassisti e su cui il sindaco insiste dal primo giorno del suo mandato, immaginando, probabilmente, imperitura gratitudine dai posteri. Perché dai contemporanei può dimenticarsela.
La delibera è arrivata ieri sera, al termine di una giornata complicata, con 25 consiglieri pronti a lasciare per impedire il ritorno di Marino. Sulla decisione oltre alla situazione politicamente insostenibile al Campidoglio, hanno pesato anche i pareri dell’Agenzia della Mobilità (secondo cui la pedonalizzazione totale «è sostenibile ma in maniera progressiva» ed è «da valutare l’impatto del provvedimento sulla mobilità») e dell’Atac. Tra le variabili da analizzare, infatti, ci sono le deviazioni dei bus in zona che comporteranno un aggravio dei tempi di percorrenza per gli utenti. Un problema che si aggiunge ai tanti che già il trasporto pubblico deve risolvere.
«Non si può fare una pedonalizzazione totale senza un piano alternativo per la mobilità», spiega il presidente di Federalberghi Roma Giuseppe Roscioli. Perché è questo il vero problema: il traffico. Eliminare un’arteria importante come via dei Fori Imperiali (voluta da Mussolini che spianò 5000 vani e 6 chiese del quartiere Alessandrino per far sfilare le sue legioni da palazzo Venezia al Colosseo), significa sì togliere un coperchio di asfalto e sanpietrini dai resti di Roma antica, ma anche incasinare parecchio la vita ai romani.
Marino ne ha fatto una bandiera della sua amministrazione, spiegando che la fissazione la ha dal 1988 quando portò una sua amica americana a visitare i Fori e lei esclamò: «Ma come vi è venuto in mente di costruire una strada proprio fuori da qui?» Ma l’idea del parco archeologico dei Fori ha padri ben più importanti. Fu l’archeologo, e a lungo sovrintendente, Adriano La Regina, nel 1978 a convincere l’allora sindaco, Carlo Giulio Argan della necessità di preservare le vestigia romane dallo smog. Condivise il progetto Antonio Cederna che da deputato promosse la legge su Roma Capitale nella quale si parla di un parco archeologico unitario dal centro di Roma all’Appia Antica. Anche il sindaco Petroselli appoggiò questa linea, ma alla sua morte, il progetto si arenò nelle secche delle discussioni tra urbanisti e architetti, favorevoli e contrari. Anni di discussioni accademiche durante le gestioni Rutelli, Veltroni, Alemanno. Poi è arrivato Marino.