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 2015  ottobre 29 Giovedì calendario

L’Irlanda cresce come la Cina. Dublino ha alzato le sue stime sull’andamento del Pil al 6,2 per cento, oltre sei volte quella attesa da Renzi (+0,9 per cento)

L’ex tigre celtica è tornata a correre. Complice la frenata dell’economia cinese, l’Irlanda registrerà quest’anno un tasso di crescita paragonabile a quello del colosso asiatico. Il governo di Dublino ha alzato le sue stime sull’andamento del Pil al 6,2 per cento (oltre sei volte quella attesa dal governo in Italia: più 0,9 per cento), mentre Pechino rischia di mancare il suo vitale obiettivo del 7 per cento. L’Irlanda, uscita l’anno scorso da un piano di salvataggio internazionale, raccoglie così il frutto dei suoi sacrifici. Il ministro delle Finanze Michael Noonan ha potuto presentare una legge di bilancio che per la prima volta allenta la morsa sui cittadini, con tagli alle tasse e un aumento a sorpresa della spesa sanitaria.
Tutto merito dell’austerity? «Prima della crisi l’Irlanda cresceva già più della media europea, grazie a un modello virtuoso che fa leva essenzialmente sulla detassazione degli investimenti produttivi nel settore dei servizi» spiega Luigi Paganetto, presidente della Fondazione Economia di Tor Vergata. Già, perché l’aliquota sulle imprese irlandesi, al 12,5 per cento, è notoriamente una delle più basse del mondo. «Oggi come prima della crisi» prosegue l’economista «l’Irlanda corre comunque il rischio di un eccesso di fiducia, se non vigila sul credito bancario e su un debito pubblico al 120 per cento del Pil».
Lo spread tra i titoli irlandesi e i Bund tedeschi è precipitato però a soli 50 punti, la metà di quello italiano... «Tra i Paesi dell’area euro definiti Piigs o periferici, l’Irlanda è stata la prima a salutare la compagnia» ricorda Angelo Drusiani, esperto del comparto obbligazionario di Banca Albertini Syz «nel senso che ha sì ricevuto aiuti dalla Ue, ma ha pure licenziato una manovra “lacrime e sangue”. Al punto che i prestiti sono stati saldati in anticipo. I mercati hanno subito colto l’importanza della strategia attuata dal governo di Dublino e il differenziale di rendimento è crollato, consentendo al Tesoro irlandese di finanziarsi a costi decrescenti e liberando liquidità per finanziare la ripresa».