Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  ottobre 29 Giovedì calendario

Ventuno milioni di biglietti venduti, oltre 130 milioni di euro incassati da bar e ristoranti, 12 tonnellate di alimenti recuperati e donati ai poveri: tutti i numeri di Expo. Bilancio (provvisorio) di un successo

C’è un giorno che, nel bilancio di Expo, vale più degli altri. È sabato 10 ottobre, quando ai tornelli di ingresso sono passate 272.785 persone. Il giorno più affollato, il giorno in cui le code chilometriche per visitare i padiglioni sono diventate ancora più lunghe. Ma nessun segno di impazienza, nessun tentativo di evitare la fila, nessuna protesta vistosa. E i buoni risultati di Expo, oltre che coi numeri, si sintetizzano anche con la pazienza e la buona educazione di chi ha sopportato i «disagi» della visita. Come a dire: ne valeva la pena.
IN FILA
Se tutti i 184 giorni di apertura fossero stati – in quanto ad affluenza – come sabato 10 ottobre gli ingressi complessivi avrebbero oltrepassato i 50 milioni. Ovviamente nessuno pensava di arrivare a tanto. I più ottimisti speravano in 20 milioni di ingressi, i disfattisti prevedevano non più di 10 milioni. Alla fine sono stati 21 milioni. O meglio: questa la cifra dei biglietti venduti, perché ci sono anche quelli (poco meno di un milione) che il biglietto lo hanno comperato, ma non lo hanno utilizzato. E dunque la media parla di circa 109 mila visitatori al giorno.
Gli organizzatori hanno sempre calcolato che il prezzo medio dei biglietti (tenendo conto di quelli scontati per le ragioni più disparate) è di 22 euro. Significa che solo di ticket sono stati incassati 462 milioni. A questi vanno aggiunti gli introiti per la vendita di gadget col marchio dell’Esposizione (non ancora quantificati) e la percentuale spettante a Expo sugli incassi dei punti di ristoro: bar, chioschi, ristoranti, tavole calde. Non è una percentuale fissa, ma secondo calcoli non ancora definitivi in questo modo sarebbero entrati nelle casse dell’organizzazione almeno altri 10 milioni di euro.
IL CONTO
Dopo quaranta giorni ristoranti e bar avevano incamerato complessivamente 23 milioni di euro. Secondo le proiezioni, al giorno di chiusura la somma incassata da tutti i punti di ristoro dislocati nell’area (un milione di metri quadri) dell’Esposizione supererà i 130 milioni. I ristoranti regionali affiliati a Eataly fanno la parte del leone: oltre 20 milioni di incasso. Fra gli stranieri il ristorante spagnolo ha guadagnato di più, seguito dai chioschi dello street food olandese, dal ristorante giapponese. I belgi hanno venduto patate fritte per oltre 2,5 milioni di euro.
Alle 23 di ogni giorno, cioè dopo l’orario di chiusura, si è messa in moto la macchina per recuperare il cibo inutilizzato: in questo modo oltre 12 tonnellate di alimenti destinati a finire nella spazzatura sono state «recuperate» e affidate ad associazioni di sostegno ai poveri. Un record di cui Expo va orgoglioso. Poi ci sono altri record, più folkloristici: la pizza più lunga del mondo (1500 metri) preparata e infornata a giugno; la baguette più lunga del mondo (122 metri) con cui è stato battuto il precedente primato stabilito in Vietnam.
GLI STRANIERI
I biglietti venduti a scolaresche e gruppi di studenti hanno superato la soglia del milione e 500 mila. Quasi tutti italiani, ma i bilanci finali parlano anche di 17 mila studenti arrivati dalla Svizzera e 12 mila dalla Francia. A proposito di stranieri: secondo un sondaggio i turisti non italiani venuti per visitare Expo hanno speso mediamente fra i 250 e i 300 euro a testa e hanno soggiornato a Milano e dintorni per un periodo compreso fra i 3 e i 4 giorni potendo godere anche dei 46 mila eventi organizzati per loro in città nell’arco dei sei mesi dell’Esposizione.
IL PIU’ VISITATO
Stando alle cifre fornite dai gestori dei singoli padiglioni il più visitato è stato quello degli Stati Uniti (quasi 3 milioni di ingressi), seguito da Oman e Qatar, ma è francamente una statistica monca. Per esempio i padiglioni di Giappone e Kazakistan, quelli cioè che hanno dovuto gestire le code più lunghe (anche sei ore di attesa a settembre e ottobre), non hanno ancora fornito i loro dati. Li ha forniti invece il Vaticano, secondo cui nel proprio spazio espositivo sono entrate 1 milione e 100 mila persone. Discorso a parte per il Palazzo Italia, il più grande, dove nonostante gli ingressi contingentati i visitatori sono stati più di 2 milioni.
Tutti numeri che sintetizzano quelli contenuti in un sondaggio realizzato dalla Camera di Commercio fra gli imprenditori Lombardi: secondo il 42,2 per cento i risultati ottenuti da Expo sono «andati oltre ogni aspettativa»