Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  ottobre 29 Giovedì calendario

Sul caso Valentino Rossi Travaglio ha scritto quello che scrive da circa venticinque anni, e cioè che hanno ragione i giudici. Di gara

In omaggio a Valentino Rossi, anche Marco Travaglio ha deciso di partire per ultimo: perciò ieri ha scritto quello che scrive da circa venticinque anni, e cioè che hanno ragione i giudici. Di gara. È più forte di lui: essere in disaccordo con la decisione dei giudici, secondo Travaglio, è soltanto «vittimismo complottista», mentre telefonare a Valentino Rossi, come ha fatto Renzi, equivale a «portare il contributo del governo al grande piagnisteo nazionale». Che si doveva fare? «Accettare il verdetto, atteso e dovuto», ma non basta: a suo dire la decisione presa è comunque «blanda rispetto al massimo della pena» inteso come squalifica al Gp successivo, e questo «lo spiega Scanzi a pagina 21». Peccato che Scanzi, a pagina 21, spiegasse tutt’altro, e spiegasse, cioè, che «Marquez è colpevole quanto Rossi» e che è stato sbagliato non punire anche lui: Travaglio dovrebbe controllare meglio i suoi box. In ogni caso quello che è successo tra Valentino e Marquez, insiste Travaglio, «l’hanno visto e rivisto tutti», «lo allontana col piede o con la gamba facendogli perdere l’equilibrio». Partito per ultimo, Travaglio è rimasto indietro un giro: che Marquez non sia caduto per questo l’ha già spiegato un giudice di gara, e l’ha spiegato Giacomo Agostini («Una moto così pesante non va giù per una ginocchiata») e l’ha spiegato addirittura «Scanzi a pagina 21»: toccato nella leva del freno, Marquez non ha più controllato la moto. Come Travaglio il suo giornale.