la Repubblica, 29 ottobre 2015
Preziosi lunedì vende il Genoa a Calabrò, Volpi aspetta solo che Ferrero abbassi le ali per comprargli la Sampdoria
GENOVA. Giovanni Calabrò è vicinissimo a diventare l’azionista di maggioranza del Genoa. Lunedì sono previste le firme sul contratto, ma Enrico Preziosi, che non riesce più a far fronte ad una situazione debitoria spaventosa, non uscirà completamente di scena. Lo affiancherà almeno per tutto il campionato, conservando la carica di presidente. Calabrò, infatti, non vuole rinunciare alla competenza e all’esperienza che Preziosi ha accumulato in tutti questi anni di calcio. Gabriele Volpi, invece, fa come il cinese e sulla sponda del fiume aspetta che Massimo Ferrero, detto “Er viperetta”, si faccia da parte, capendo che fare il presidente della Samp va oltre le sue possibilità. Due self made men che hanno fatto fortune all’estero: Calabrò in Russia, Volpi in Nigeria.
Il quarantaseienne uomo d’affari calabrese è amico personale di Putin, in Russia ha concessioni trentennali per lo sfruttamento di pozzi petroliferi e sorgenti di gas. E ci sono anche le “terre rare” da cui si estraggono minerali indispensabili per molti apparecchi tecnologici. Vive tra Londra e a Montecarlo, dove spesso e volentieri è stato visto insieme a Marina e Pier Silvio Berlusconi. La sua entrata in scena a Genova, dove sino a qualche giorno fa nessuno lo conosceva, è stata teatrale nel senso letterale del termine. Si è presentato all’inaugurazione della stagione del Carlo Felice, arrivando insieme a Toti, il presidente della Regione che ha anche minimizzato sulla disavventura giudiziaria (c’è una condanna di primo grado a 6 anni e 4 mesi per la bancarotta dell’Algos Products) nella quale il futuro socio di maggioranza del Genoa è incappato nel 2005, quando la sua attività imprenditoriale era agli inizi e la Russia ancora lontana: «Dobbiamo essere garantisti sino al terzo grado di giudizio». C’è, dunque, la benedizione del presidente della Regione, Giovanni Toti, al nuovo corso di Genoa ma anche a quello della Sampdoria: «Sarebbe molto bello se imprenditori dalle grandi possibilità economiche come Calabrò e Volpi diventassero i presidenti delle due squadre genovesi. Ne gioverebbe l’immagine della città e di tutta la Regione». Gabriele Volpi di anni ne ha 72 e la sua fortuna l’ha fatta in Nigeria con la logistica del petrolio. È nato a Recco, la capitale della pallanuoto, e infatti da ragazzo giocava, o meglio faceva la riserva, nella mitica Pro Recco. Poi si è trasferito a Lodi e faceva il commesso in una farmacia. Nessuno avrebbe mai immaginato che sarebbe diventato uno degli uomini più ricchi d’Italia. Recentemente ha acquisito il 6 per cento di Carige, la banca dei genovesi. È da anni il presidente della Pro Recco e ha ucciso l’interesse nella pallanuoto, nel senso che le partite finiscono sempre tanti gol a pochi per la squadra biancoceleste. Il calcio, però, sembrava non attirarlo. Invece ha acquistato lo Spezia e negli anni scorsi era stato il finanziatore occulto del Verona. Alla Sampdoria ce l’hanno portato quasi per inerzia. Tifoso tiepido, è però l’unico in grado di assicurare un futuro solido al club blucerchiato dopo che la famiglia Garrone si è defilata. Ha già anche scelto il presidente: Flavio Briatore. E Ferrero? Gli ha proposto 15 milioni per uscire di scena, ovviamente facendosi anche carico della situazione debitoria. La richiesta è però stata 30. E allora Volpi aspetta, sa che Ferrero da solo non può andare avanti. Nei giorni scorsi il tribunale del riesame ha confermato il sequestro della sua casa ai Parioli e Ferrero ha replicato con l’ennesimo tweet: «Buongiorno! Qualcuno mi può ospitare? O devo occupare le stanze dei potenti invidiosi del mio successo popolare? (Niente fare paura non avere)». Ormai anche Crozza ha rinunciato a farne la parodia, Ferrero è inimitabile.