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 2015  ottobre 29 Giovedì calendario

Il commento al campionato di Mario Sconcerti

Il campionato equilibrato comincia a esagerare. Vincono dopo l’Inter anche le altre prime cinque in classifica tenendo però la Roma largamente in testa. Esce per adesso solo la Lazio, restano quattro squadre in 2 punti, perdono le ultime 3 con un distacco ormai pesante. Tra il Carpi e la Roma ci sono 18 punti, una distanza record. La notizia arriva da Sassuolo dove la Juve perde per la quarta volta e interrompe una rimonta mai seriamente iniziata. Non ha avuto fortuna la Juve, ma le sono mancate molte altre cose. È più quadrata di un mese fa, ma ha difficoltà a esprimersi. C’è qualcosa che non riesce a fare squadra, a dare continuità. Molto più leggere nel gioco Roma, Napoli, le altre di testa. La Juve mi è sembrata nella pioggia con le stesse poche idee dell’Inter senza però la sua forza fisica e i suoi solisti. Non c’è una correzione semplice, i giocatori sono ottimi, ma è come si limitassero a vicenda. Una Juve che deve recuperare la stagione queste partite dovrebbe dominarle, mentre prima le subisce e poi non le rimette in strada. Questi sono limiti, dove Dybala mette la sua improprietà di giocatore decisivo, con tutto il centrocampo che non ha idee se non la spinta di Cuadrado, abbastanza isolato nei ragionamenti della Juve. I problemi delle grandi rimonte in classifica sono le soluzioni a quelli che ti hanno lasciato indietro. È questo il punto: la Juve manca. C’è qualcosa di profondo che non cresce, la piccola apatia delle grandi squadre che non credono a quel che vedono, alla loro sorpresa. Non ha semplicità, diventa spontaneamente complessa senza quasi capirlo. Il campionato ora è da un’altra parte, la Roma ha 11 punti di vantaggio, 9 Napoli, Inter e Fiorentina. Un abisso. Cresce il Milan. Il calendario lo ha aiutato, ma nel bottiglione di Mihailovic qualche bollicina finisce per esserci. È migliore delle squadre normali, ora bisognerà vederlo negli scontri diretti. Roma e Napoli mostrano i diritti che hanno di essere le migliori. Gervinho in forma ha qualcosa di incomprensibile,quindi non arginabile. Higuain è troppo per tutti. Anche la Fiorentina di Kalinic e Rossi è semplice e letale, Sousa la mescola con intelligenza. Ma la partita più bella è stata Torino-Genoa, quasi di altri tempi, con errori, caso e prodezze