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 2015  ottobre 29 Giovedì calendario

Scandalo per i 24 mila euro pagati a Varoufakis per l’apparizione a “Che tempo che fa”

ROMA «Roba da matti. Cari compagni, pagatevelo voi il canone!», ruggisce su Facebook Matteo Salvini, scandalizzato dal megacompenso sborsato per l’ospitata di Yanis Varoufakis a Che tempo che fa del 27 settembre: 24 mila euro più Iva per circa 22 minuti di chiacchierata domenicale con Fabio Fazio su Raitre. Oltre a volo in prima classe, vitto, pasti e trasferimenti all’altezza, va da sé.
Un lussuoso gettone di presenza che ha scatenato le ire del centrodestra, a cominciare da Renato Brunetta che sugli emolumenti, segreti e non, di viale Mazzini vede rosso: «Fatto gravissimo e inaudito, se fosse confermato». Lo è, visto che non si tratta di un’indiscrezione, ma la fonte è lo stesso ex ministro delle Finanze greco che l’ha rivelato sul suo blog con un post festoso: «Trasparenza ovunque!».
Costringendo l’azienda a un breve comunicato serale, giunto dopo lunghe e agitate consultazioni, con cui si chiama fuori dalla trattativa economica: «L’ex politico greco è stato contattato dalla Endemol, società produttrice del programma, che ha la gestione diretta degli ospiti della trasmissione, all’interno di un plafond complessivo e concordato, e che ha ritenuto evidentemente congruo il compenso richiesto dall’economista». Precisando poi che la rete diretta da Andrea Vianello «ha espresso parere favorevole da un punto di vista strettamente editoriale per un’intervista di interesse internazionale».
Difficile che basti questo alla forzista Mara Carfagna che chiedeva «una smentita dai vertici». O a Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia che commentava: «Nuovi vertici, solite pessime abitudini». Maurizio Gasparri non avrebbe speso tanto «per uno scartato pure da Tsipras». Il consigliere della Rai Arturo Diaconale intende chiedere spiegazioni al dg Antonio Campo Dall’Orto (che ieri, munito di diapositive, è stato ascoltato in Vigilanza con il presidente Monica Maggioni su qualità dei programmi e futuro digitale) al prossimo cda del 5 novembre. Ma anche il deputato ultrarenziano Michele Anzaldi pensa che «con i due miliardi di canone che gli diamo, sarebbe ora di ridurre questi super appalti esterni». E a tale proposito, l’Antitrust ha dato l’okay all’inserimento in bolletta purché sia ben distinto il costo della tv da quello dell’energia.