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 2015  ottobre 28 Mercoledì calendario

• Saronno (Varese) 16 ottobre 1922. Soprano. Nel 1955 è stata Annina nella Traviata di Luchino Visconti (Maria Callas era Violetta)

• Saronno (Varese) 16 ottobre 1922. Soprano. Nel 1955 è stata Annina nella Traviata di Luchino Visconti (Maria Callas era Violetta). Il 19 dicembre 2015 di nuovo nello stesso ruolo allo Staatsoper Unter den Linden di Berlino, sotto la direzione di Daniel Barenboim: «È stato il maestro Barenboim a volermi. Ha detto “Voglio l’Annina della Callas!”, non potevo rifiutare».
• Si è appassionata al canto da bambina, poi ha studiato a Stresa con Elisabetta Oddone, «un’insegnante straordinaria. Tre volte alla settimana facevo trenta chilometri in bicicletta per andare da lei, anche con la pioggia, anche con la neve. Ma la mia maestra morì all’improvviso. Allora una facoltosa famiglia di farmacisti mi aiutò a studiare al Conservatorio di Milano, dove mi diplomai nel 1947. Nel 1953 feci un’audizione alla Scala e mi presero subito. Da quel momento sono vissuta con la musica» (a Roberto Allegri) [Chi 28/10/2015]. Debuttò alla Scala nel Rigoletto nei panni del paggio della duchessa. Lasciò le scene nel 1964 e fu assunta come consulente musicale da Ricordi, dove rimase per vent’anni.
• Amica della Callas, da quando è morta, nel 1977, fa celebrare ogni anno una messa in suo onore: «L’ho conosciuta quando fui presa alla Scala, nel 1953. Quell’anno lei faceva Medea. Era grandissima, inarrivabile. Ma anche affabile, gentile, dolcissima. Soprattutto con le persone umili. Nel 1955, poi, c’è stata la famosa Traviata di Visconti, alla quale ho partecipato. Un’opera entrata nella leggenda con un cast stratosferico. Il direttore era Carlo Maria Giulini, Giuseppe Di Stefano era Alfredo ed Ettore Bastianini faceva Germont. Le scene erano di Nicola Benois. Secondo me, tra la Callas e Di Stefano c’era già qualcosa: si intuiva da come cantavano, dalla passione dei loro duetti. E poi c’era Giulini, che porto nel cuore: un maestro insuperabile. Alla fine dell’opera salì sul palcoscenico e venne a dirmi: “Luisa, mi ha fatto un’Anilina proprio per bene!”. Non ho mai dimenticato quel suo complimento» (Allegri, cit.).
• «Sono fiera di essere loggionista. Ormai manca la materia prima: la voce. Anche i comprimari, come lo ero io, devono essere all’altezza dei protagonisti. Non lo capiscono i cantanti. E non se ne rendono conto i direttori d’orchestra o i responsabili dei teatri: senza grandi voci l’opera non si fa» (a Giacomo Gambassi) [Avv 16/7/2015].
• Vive nella Casa di riposo per musicisti Fondazione Giuseppe Verdi di Milano, la struttura voluta dal compositore che ospita artisti andati in pensione.
• «Studio, ascolto musica, mi occupo della chiesetta di Casa Verdi e quasi tutte le sere vado alla Scala a vedere le opere, i concerti e anche le prove. La musica è il segreto per vivere a lungo e in piena serenità. La mia maestra me lo diceva sempre: non abbandonare mai canto e musica, perché nella vita troverai in loro grande conforto. È la verità».