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 2015  ottobre 28 Mercoledì calendario

Bambini che cercano di afferrare gli schizzi di Pollock, visitatori che senteno persino l’odore della polvere da sparo durante una rappresentazione della guerra di secessione. I musei del futuro saranno in 4D

Il museo della rivoluzione americana a Yorktown, in Virginia, punta sulla tecnologia, e sul teatro in 4D che permette di sentire anche l’odore della polvere da sparo, per acquisire visitatori. Al Metropolitan Museum of art (the Met) di New York, durante un evento per i bambini, i visitatori hanno indossato gli occhiali che consentono una visione virtuale della realtà.
 
E hanno guardato in versione 3D l’opera di Jackson Pollock, Autumn Rhythm (numero 30) con la sorpresa di vedere schizzare dalla tela del 1950 gocce di pittura bianca e nera fluttuanti nell’aria davanti ai loro occhi. Grandi e piccoli hanno cominciato ad agitarsi nel tentativo di toccare le immagini virtuali.
 
I musei stanno innovando sperimentando la tecnologia della realtà virtuale e aumentata che potrebbe determinare il cambiamento più rivoluzionario della loro storia con l’obiettivo di renderli più attrattivi e modificare il modo di far conoscere arte, scienza e natura. Durante l’estate, il museo di Storia naturale di Londra ha introdotto un videogame che ricrea le creature che popolavano l’oceano 500 milioni di anni fa. Quest’anno, l’Holocaust museum & education center dell’Illinois sperimenta un video interattivo che mostra a grandezza naturale un sopravvissuto all’Olocausto al quale, grazie ad un software, i visitatori possono porre domande e avere risposte.
 
Il Met, che ha creato un laboratorio multimediale (Medialab) circa tre anni fa per studiare come la tecnologia può cambiare il modo di visitare le proprie gallerie e sperimentare altre idee, sta esplorando un nuovo modo, colorato, per presentare il Tempio di Dendur con un progetto di realtà aumentata.
 
Le nuove tecnologie quasi annullano il confine fra l’apprendimento e il divertimento e alcuni osservatori avvertono dei rischi sullo sbilanciamento del museo sui desideri del pubblico rinunciando a stimolarlo fuori delle proprie esperienze.
 
L’assalto al digitale pone anche alcune domande sul controllo dei contenuti. Nel MediaLab del Met una piccola squadra armeggia con tutto, dalla realtà aumentata ai videogiochi, imparando dalla Silicon Valley nella convinzione di lavorare per il futuro della cultura. Scienza, storia e musei per bambini hanno esperienza di mostre multimediali, ma oggi la barra è più elevata per quei musei i cui spettacoli sono giudicati in parte dalla cura che generano sui social media. I musei d’arte stanno entrando in questo territorio: l’anno scorso, lo Young museum di San Francisco è diventato uno dei primi musei d’arte a inserire la tecnologia indossabile quando ha inaugurato il tour Google Glass per il suo show dedicato all’artista Keith Haring.