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 2015  ottobre 28 Mercoledì calendario

Anatoly, l’operaio ucraino di Napoli, che ha perso la vita per sventare una rapina

I banditi che irrompono al supermercato vestiti di nero, casco in testa, pistola in pungo, veloci, attenti, minacciosi. Prima uno, poi l’altro. Lui, Anatoliy Korol, che la spesa l’aveva già fatta e stava per andarsene con la sua bambina seduta sul carrello. Richiamato dal caos improvviso, Anatoliy lascia all’esterno il carrello e torna sui suoi passi. É la sera del 29 agosto scorso. Il video della telecamera a circuito chiuso del supermercato Piccolo, diffuso ieri dai carabinieri di Napoli, riprende il sorprendente e coraggioso tentativo di sventare la rapina di questo operaio ucraino di 38 anni che per salvare la cassa, non sua, ha perso la vita. Si vede Anatoliy che entra con cautela, posa il sacchetto di plastica in un angolo e si avventa su un rapinatore. Il malvivente è armato, lui no, naturalmente. Può contare solo sulle sue mani da muratore che fino a quel giorno aveva usato per impastare malta, portare casse di frutta e industriarsi come poteva per dare da mangiare a una moglie e ai suoi due figli. «Mai visto litigare, anzi, solo aiutare. Se avevi bisogno Antonio era sempre il primo a correre», ricordava con il groppo in gola l’amico del cuore, Giovanni Panico. Anche quella sera Anatoliy accorre per primo. Nelle immagini si vede che blocca il bandito, lo afferra, lo tiene; cadono a terra, lottano. Mentre intorno a loro nessuno muove un dito. Anatoliy gli tiene la mano che impugna la calibro 9 nel vano tentativo di disarmarla. E qui si fermano i fotogrammi concessi dai carabinieri. Manca la scena più dura, quella dell’esecuzione.
«Già, a quel punto interviene il complice che non era armato – prosegue l’investigatore —. Prende dalla mano dell’amico l’arma, la punta sull’operaio e spara due colpi. Uno alla gamba e uno all’addome, letale». Il resto appartiene alle indagini della procura di Nola. Dopo pochi giorni vengono arrestati i due rapinatori, Gianluca Ianuale e Marco Di Lorenzo. Sono fratellastri, figli dello stesso padre, un ex capoclan della camorra. Non hanno fatto tutto da soli. C’erano dei basisti, finiti ieri in manette: Emiliano Esposito e Mario Ischero. In quattro per una rapina senza bottino e finita nel sangue. Di Anatoliy rimane il coraggioso altruismo che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha premiato con una medaglia d’oro al valor civile. Mentre la Cassa Edile dove il muratore aveva un conto ha donato alla moglie un assegno di 10 mila euro e una targa: «Napoli non dimentica i suoi figli migliori e tale ormai la città considera a pieno titolo Anatoliy Korol».