Il Messaggero, 27 ottobre 2015
David Bancifiore dice che la Rai ha emesso trentotto milioni di fatture false in soli tre anni per pagare mazzette. Intanto gli inquirenti vengono in possesso di 37 audit: documenti che riguardano anomalie nelle commesse per le trasmissioni di punta dell’azienda, da Ballarò a Virus, dal Festival di Sanremo a Linea Verde, fino a Uno Mattina. Per ora l’inchiesta va avanti
Trentotto milioni di euro di fatture false negli ultimi tre anni per pagare le mazzette. È quanto ha raccontato al pm Paolo Ielo l’imprenditore David Biancifiori, arrestato a giugno dalla procura di Roma per corruzione. L’imprenditore titolare della”D and D lighting and truck” e”Di.Bi.Technology” avrebbe così ottenuto appalti da Rai, Mediaset, La7, Infront e dalla presidenza del Consiglio. Dopo l’acquisizione da parte dei militari del nucleo di polizia tributaria della Finanza di 37 audit interni Rai, l’inchiesta va avanti. I documenti riguardano anomalie nelle commesse per le trasmissioni di punta dell’azienda, da Ballarò aVirus, dal Festival di Sanremo a Linea Verde, fino a Uno Mattina.
LE INDAGINI
È stato Biancifiore, accusato di avere dispensato biglietti aerei, soggiorni in resort e mazzette ai funzionari di Rai, Mediaset, La7 e Infront, ad ammettere di avere emesso fatture false per 38 milioni, in modo da gonfiare i costi per regie mobili e gruppi elettrogeni e garantirsi gli appalti pagando le mazzette ai funzionari. L’indagato ha anche rivelato l’esistenza dei 37 audit Rai. Documenti che a giugno, durante le perquisizioni, non erano stati consegnati ai militari e ora aprono un nuovo fronte.
GLI AUDITGli atti ispettivi interni riguardano presunte anomalie nelle commesse delle trasmissioni di punta dell’azienda, da Uno mattina, a Linea verde e Sanremo, fino alle irregolarità riscontrate nell’amministrazione delle sedi regionali. Dalle verifiche, coordinate dal capo degli ispettori Gianfranco Cariola, emergerebbe anche l’esistenza di un”cartello” tra le aziende. Il sospetto degli stessi ispettori è che esistesse un accordo tra le società per spartirsi le commesse per il montaggio di Ballarò, Virus eSanremo. Ma Ielo avrebbe riscontrato un’altra anomalia: gli audit si fermano al 2014. Da gennaio a giugno 2015, quando l’inchiesta ha portato la Finanza alla Rai, non sono stati svolti atti ispettivi.
LA REPLICA«I vertici dell’azienda, non appena ricevuta la richiesta di consegnare i 37 Audit, hanno aperto un’analisi interna per accertare i fatti e identificare eventuali carenze nella comunicazione con l’autorità giudiziaria». È quanto si legge in una nota Rai. «In ogni caso i vertici dell’azienda si stanno strutturando per essere ancora più efficaci nel supporto all’attività della procura, nella quale ripongono totale fiducia. Il dg, Antonio Campo dall’Orto, ha concluso un accordo con l’avvocatura dello Stato affinché un suo rappresentante, Marco Corsini, strutturi in azienda un progetto mirato alla verifica dell’impatto della disciplina nazionale ed europea dei contratti pubblici sull’attività di settore della Rai».